Nel mondo scientifico il dibattito sul coronavirus è vivace, ma in Italia ha raggiunto anche picchi di tensione. Nel nostro Paese c’è infatti una spaccatura tra chi ritiene che l’emergenza Covid-19 sia finita e chi invece evoca scena apocalittici per il futuro. Della prima categoria fanno parte Alberto Zangrillo, Matteo Bassetti, Arnaldo Caruso, Massimo Clementi, Luciano Gattinoni, Donato Greco, Luca Lorini, Giuseppe Remuzzi, Roberto Rigoli e Giorgio Palù, dieci autorevoli scienziati che hanno pubblicato un documento nel quale si spiega che ora Sars-CoV-2 ha perso la sua potenza. Nel merito dello stesso e delle critiche è entrato poi il professor Palù ai microfoni di Radio Radio. “È inutile che evochiamo scene epocali, mattatoi. Parliamo in base alle evidenze scientifiche. Questa vicenda, che è anche una pandemia e una tragedia, è stata drammatizzata e spettacolirizzata oltre misura”, ha dichiarato il direttore del Dipartimento di Medicina molecolare dell’Università degli Studi di Padova.
PALÙ SU CORONAVIRUS “NON È GRAVE COME PRIMA”
“Non si era mai vista una cosa del genere che coinvolgesse media, che citasse esperti che non lo erano, che accreditasse persone e talk show”, ha spiegato il professor Giorgio Palù in collegamento con l’emittente radiofonica Radio Radio. Ha spiegato che questa situazione ha “frastornato” i cittadini. Quel che è accaduto in Italia comunque non si è visto altrove. “Ci si è comportati diversamente da quello che avviene negli altri paesi occidentali. Qui da noi hanno parlato centinaia di persone, esperti e non, accreditati chissà da chi”. Questi dieci scienziati peraltro non hanno mai smesso di consigliare di avere tutte le cautele, semplicemente hanno detto “quello che ormai è evidente”. Palù parla infatti di studi clinici “che dimostrano che la patologia non è così grave come all’esordio” e che “le rianimazioni si stanno svuotando”. Inoltre, ora “un tampone su 20mila è positivo”. Ma Palù fa riferimento anche alle previsioni che si sono susseguite: “All’inizio persone molto serie prevedevano cose come dieci milioni di infettati in Italia, 150 mila in rianimazione, 2 milioni di morti. Tutte cose smentite. L’evidenza oggi è che il virus sta scemando. La tendenza della curva è allo azzeramento”.