GIOVANNI PAOLO II, LA CANONIZZAZIONE “RECORD”
Tra le tante definizioni che sono state attribuite a Giovanni Paolo II c’è pure quella di papa dei primati, perché il primo pontefice non italiano dell’epoca moderna è stato protagonista di una canonizzazione lampo. Di solito la procedura può arrivare anche a richiedere più di dieci anni per essere portata a termine, ma nel caso di Karol Wojtyla il processo che lo ha eletto santo è durato solo nove anni da quando i fedeli in piazza San Pietro urlarono “Santo subito” durante i funerali. Dunque, è stata una delle canonizzazioni più veloci nella storia della chiesa.
Va precisato che la procedura non può essere avviata prima di cinque anni dalla morte, ma nella fattispecie c’è stata la dispensa papale di Benedetto XVI che ha consentito di aprire la causa due mesi dopo la morte del pontefice. La prima fase del processo si concluse due anni dopo, a quattro anni dalla morte Ratzinger dichiarò venerabile Giovanni Paolo II. Nel 2011 si è tenuta la cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II. A presiederla è stato proprio il suo successore, anche questo un fatto inedito nella storia della Chiesa.
Decisiva per la canonizzazione fu un secondo miracolo, che consentì a Papa Francesco, succeduto nel frattempo a Benedetto XVI, di imprimere una svolta alla procedura. Il 27 aprile 2014 Giovanni Paolo II venne proclamato santo, ma quel giorno è ricordato come la “domenica dei quattro papi“, perché Bergoglio non proclamò tale solo Giovanni Paolo II, ma anche Giovanni XXII, in una cerimonia che vide, quindi, coinvolti quattro papi, con l’abbraccio tra Papa Francesco e il Papa emerito Benedetto XVI.
GIOVANNI PAOLO II, IL PRIMO MIRACOLO
Per la canonizzazione è necessario il riconoscimento di due miracoli. Nel caso di Giovanni Paolo II, la procedura di beatificazione si aprì grazie al riconoscimento della guarigione della suora francese Marie Simon Pierre Normand, mentre fu proclamato santo dopo il caso Floribhet Mora. Per quanto riguarda il primo miracolo, la religiosa era affetta dalla stessa malattia di Wojtyla, il morbo di Parkinson, la cui progressione fu blanda, così poté proseguire la sua attività di infermiera. Poi però i dolori cominciarono a farsi più forti, quindi non riusciva neppure a svolgere le cose più semplici.
Ad esempio, la malattia colpì la parte sinistra del corpo, quindi la suora non riusciva neppure a scrivere. Quando la situazione si fece disperata, la congregazione della suora, Piccole Suore delle Maternità Cattoliche, cominciò a pregare chiedendo l’intercessione di Wojtyla, ma quando la religiosa si arrese alla malattia avvenne il miracolo: il 2 giugno 2005 la suora sentì una voca che le diceva di scrivere il nome di Giovanni Paolo II, riuscendolo a fare. Inoltre, non sentiva più dolori, riusciva a dormire: il giorno dopo era guarita del tutto e non aveva più bisogno di farmaci. Il miracolo fu attribuito, dunque, all’intercessione di Wojtyla.
LA GUARIGIONE DI FLORIBHET MORA
Ancor più particolare è il miracolo che riguarda Floribhet Mora, perché avvenne il giorno in cui Giovanni Paolo II fu proclamato beato. La donna della Costa Rica, affetta da una grave lesione cerebrale, pregò chiedendo aiuto a Wojtyla. La sua storia straordinaria cominciò nel 2011 con un mal di testa fortissimo, poi la diagnosi di un aneurisma fusiforme dell’arteria cerebrale che si ruppe causandole una grave emorragia.
La situazione era disperata, ma 7 ore dopo la diretta tv della beatificazione del pontefice polacco, la famiglia, che aveva pregato chiedendo proprio la sua intercessione, la vide alzarsi dal letto. Gli esami e le visite confermarono la sua guarigione completa, che la scienza non ha mai saputo spiegare.