Girl in Red è una delle artiste del momento, non soltanto perchè proprio in queste ore ha annunciato il suo album di debutto “If I Could Make It Go Quiet”. Nonostante questo ‘esordio’ musicale, l’artista norvegese, il cui vero nome è Marie Ulven, intervistata dalla BBC, ha spiegato di attraversare “il periodo peggiore dal punto di vista artistico”. Un album che ovviamente attinge in tutto e per tutto dalle esperienze della stessa Girl in Red: “Ho avuto pensieri invadenti per un bel po’ di tempo, probabilmente negli ultimi 10 anni: saltare da un finestrino e saltare davanti a un treno; ho dovuto combattere con me stessa per non farlo”.
Molte sono le persone che elaborano questi tipi di pensieri, soprattutto coloro che soffrono di ansia o di disturbo ossessivo compulsivo, ma “La gente non ne parla perché ti fa sembrare matto”. Girl in Red ha comunque deciso di farsi aiutare, e grazie alla terapia è nato Serotonin, uno dei brani più belli del suo album di debutto: “Ho imparato che queste non sono le cose che voglio. Questo non è quello che sono. In realtà non voglio, tipo, incontrare una folla di persone con un’ascia. Un pensiero è solo un pensiero”.
GIRL IN RED: “LA PRIMA CANZONE REGISTRATA E’ STATA NEL 2015”
Come spesso accade, quando si metabolizza di avere un problema, allora significa che si sta iniziando a guarire, e lo stesso è accaduto per Girl in Red: “Nel momento in cui me ne sono resa conto ero d’accordo nel parlarne perché ho un rapporto molto più rilassato con esso. Posso in qualche modo riconoscere che in realtà sto bene”. Ulven è nata nel 1999 nella città di Horen, a cento chilometri circa da Oslo, e quando aveva 12 anni ha ricevuto in regalo a Natale la sua prima chitarra; l’anno seguente, immersa sempre più nella musicz di David Bowie e dei Ramones, decise di acquistare una tastiera: “La prima volta che ho registrato una canzone è stato nel 2015 – racconta ancora alla Bbc – e quando ho sentito la mia voce me ne sono letteralmente innamorata!”. Nel 2017 c’è stato poi il coming out di Ulven e la decisione di scegliere il suo attuale pseudonimo Girl in Red: “Mi ero innamorata di una ragazza – svela – e poi la scuola è finita e non l’ho vista per tutta l’estate. Quindi sono state otto settimane di crepacuore. Ogni giorno controllavo i miei messaggi”. Con la crescita della popolarità la giovane artista norvegese è divenuta un riferimento per la comunità LGBT, al punto che su TikTok la frase “Ascolti Girl In Red?”, è diventato “un modo codificato – scrive la BBC – per le giovani donne gay di connettersi”. Se con i fan il rapporto va a gonfie vele, diverso è invece il rapporto con la stampa, che la definisce un’artista queer, ma lei rifiuta tale definizione: “Sono un’artista libera dal genere – ribatte – molto aperta a tutto”.