Giuda, film su Rete 4 diretto da Raffaele Mertes
Giovedì 17 aprile 2025, andrà in onda, nel pomeriggio di Rete 4, alle 16:35, il film drammatico per la TV dal titolo Giuda. Si tratta di una pellicola del 2001 che prova a scandagliare una delle figure più complesse e tragiche della storia: Giuda Iscariota.
Il progetto fa parte di una collana di film a carattere biblico, Gli amici di Gesù, i cui altri episodi sono Maria Maddalena (2000), Giuseppe di Nazareth (2000) e Tommaso (2001). Dietro la macchina da presa troviamo Raffaele Mertes che ha curato la regia di tutti i capitoli della serie, un regista che ha spesso esplorato le narrazioni bibliche, anche in film come Ester (1999), San Giovanni – L’Apocalisse (2002) e La Sacra Famiglia (2006).
A dare volto e tormento al protagonista è un intenso Enrico Lo Verso. Accanto a lui, il tedesco Mathieu Carrière ci offre un Ponzio Pilato riflessivo e Danny Quinn, figlio d’arte, veste i panni di Gesù. Le musiche, fondamentali per creare l’atmosfera, portano la firma esperta di Monsignor Marco Frisina che ha anche curato la colonna sonora degli altri film.
Ricordiamo Lo Verso per la sua capacità di trasmettere emozioni profonde in film come Lamerica, e qui lo vediamo affrontare una sfida attoriale non da poco: entrare nella pelle dell’uomo simbolo del tradimento, cercando forse di capirne le ragioni nascoste.
La trama del film Giuda: un tradimento molto umano che portò alla divina Resurrezione
Giuda si apre con il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme, nella Domenica delle Palme, che viene acclamato dalla folla come “Re dei Giudei”. Per il trambusto del corteo i legionari romani intervengono per sfollare la gente ed ecco che un apostolo si para davanti al Cristo per proteggerlo, invitando le persone a non aver paura dei romani ma a seguire il Cristo: si tratta di Giuda Iscariota, figlio di una famiglia ricca che aveva abbandonato tutti gli agi per seguire il suo Maestro.
L’apostolo però vive dentro di sé un’illusione che non trova fondamento nella realtà, ovvero la convinzione che Gesù abbia un obiettivo politico: liberare il popolo d’Israele dalla tirannia dei romani. Dall’entusiasmo iniziale passerà così alla cocente delusione nello scoprire che la rivoluzione predicata era quella dell’anima, non quella politica, e che riguardava il mondo dello spirito, non quello terreno.
È questo dissidio interiore, questa aspettativa tradita, unita forse alle pressioni esterne o a un’interpretazione distorta del piano divino, a portarlo sulla via del tradimento. Vediamo il patto con i sacerdoti, il gelido bacio nel Getsemani, e poi il vuoto. La disperazione che lo assale quando la realtà delle sue azioni lo colpisce con violenza, fino all’ultimo tragico atto di impiccarsi.