Giuliano Ferrara sarà uno dei pilastri che daranno modo a Pierluigi Diaco di farsi strada nel mondo del giornalismo. Lo sceglierà infatti per una rubrica del suo Il foglio dal titolo Deejay e diesse, quando il futuro giornalista non ha ancora oltrepassato la soglia della maggiore età. Si parla di “prosa folgorante”, scrive La Nuova Sardegna, così come di un enfant prodige che usa farsi “fotografare sempre dal lato giusto”. Sono anni d’oro per Diaco, per via di quell’esplosione professionale che nello stesso arco di tempo gli darà modo di scrivere in un giornale indipendente ed allo stesso tempo sbarcare in tv grazie all’ala protettiva di Sandro Curzi. Al tempo stesso però gli sarà fatale la vicinanza con due colossi di quel calibro, anche se negli anni successivi si accosterà spesso ad altri personaggi di rilievo della tv e della politica italiana. Per questo Roberto d’Agostino conierà per lui il soprannome velenoso “Slurpino”, confermando così l’idea generale di chi lo vuole leccapiedi di professione più che giornalista. “Portavamo insieme a spasso il cane per le vie di Roma e chiacchierando ci siamo messi d’accordo su cosa scrivere sul Foglio”, dirà invece nel 2001 Diaco parlando del suo casuale incontro con Ferrara. All’epoca 24enne, il giornalista dimostra però di avere le idee molto chiare su sul futuro, così come le elezioni in cui si candiderà cinque anni più tardi con la certezza di vincere.
Giuliano Ferrara, la libertà al centro dell’attenzione mediatica
La libertà di Giuliano Ferrara è sempre stata al centro dell’attenzione mediatica e del popolo italiano, osannata in pompa magna anche da uno dei suoi pupilli storici, Pierluigi Diaco. E’ nel fondatore de Il Foglio che l’ex dj, politico e giornalista, ha sempre intravisto un’aura di sincerità a cui ispirarsi. Un nome altisonante quello di Ferrara quando si parla di un giornalismo di un certo stampo e a cui Diaco affianca altri nomi come quelli di Michele Santoro, Massimo Gramellini, Milena Gabanelli e persino di Roberto D’Agostino, che negli anni non gli ha risparmiato di certo critiche. “Sofisticato, una penna raffinata e un’anima coraggiosa”, dirà di Ferrara a TvZoom in una lunga intervista. Un uomo di un certo peso che “sa quando essere impopolare” e che non ha paura di uscire dai ranghi per dire la sua opinione, combattere meccanismi corrotti. Pierluigi Diaco parlerà di Giuliano Ferrara e degli inizi della sua carriera nella puntata di Non disturbare che Paola Perego condurrà nella prima serata di oggi, martedì 6 agosto 2019. Forse anche di quel piccolo quanto clamoroso episodio avvenuto diversi anni fa, una polemica lanciata da Diaco e da Ferrara, un lancio di uova che colpirà il premio Oscar Roberto Benigni durante la partecipazione al Festival di Sanremo del 2002. Virtuale in realtà, ricorda La Repubblica, perché il giornalista dopo aver raccolto sostenitori tramite il suo giornale sceglierà di trincerarsi in casa per scagliarsi contro il televisore. “Abbiamo dimostrato il conformismo bipartisan, denunciato l’avventatezza e l’irragionevolezza di chi oramai non riesce più a distinguere una provocazione intellettuale da un attacco alla democrazia”, dirà Ferrara facendosi beffe di tutti coloro, vertici Rai in primis, che erano già pronti a fermarlo ai cancelli. Diaco invece finirà al centro di un’interrogazione parlamentare richiesta dall’allora capogruppo del Pdci Marco Rizzo. La sua colpa? Aver utilizzato una trasmissione “a fini squisitamente politici”, per via di quell’adesione pubblica all’iniziativa di Ferrara, rivelata tra l’altro ai microfoni della Rai.