Spuntano improvvisamente 300 lettere che Giulio Andreotti indirizzò alla moglie Livia Danese nel corso della sua esistenza. Una documentazione fino ad oggi sconosciuta, che ci consegna l’immagine di un uomo follemente innamorato della sua metà e della sua famiglia, come si evince dai numerosi vezzeggiativi presenti nelle missive, alcuni stralci delle quali sono stati pubblicati da “Il Corriere della Sera” nelle scorse ore.
Un esempio? “Cara Liviuccia, ieri ho ripensato spesso alle tue preoccupazioni per la mia salute, ma devi tranquillizzarti, perché è una stagione nella quale ho più appetito del solito ed ho raramente il mal di testa piccolo, mentre quello grande l’ho avuto solo sabato mattina, legato alla cena al caviale della notte precedente. Del resto, esiste la grazia di Stato, della quale io sono testimone ormai da tanti anni, e non solo come resistenza fisica. Dunque sta allegra…”. Firmato: Iulius, una denominazione latina che Andreotti si era attribuito e che probabilmente utilizzava unicamente nelle epistole inviate alla sua consorte.
GIULIO ANDREOTTI: L’ICTUS DI ANTONIO SEGNI NELLE LETTERE ALLA MOGLIE
Dalle trecento lettere scritte da Giulio Andreotti alla moglie e pubblicate per sommi capi da “Il Corriere della Sera”, si può evincere come anche il loro rapporto di coppia abbia vissuto alcune tensioni. Del resto, si sa, l’amore non è bello se non è litigarello: “Cara L., anche se ieri sera mi hai un po’ strapazzato al telefono (ma per verace affetto, che tanto mi lusinga), ti dico con assoluta schiettezza che sono lietissimo di essere alla vigilia, ormai, delle nostre vacanze… Baci ai bambini”. Impressionante, poi, il racconto dell’ictus che colpì l’allora presidente della Repubblica Antonio Segni nel 1964, a due soli anni di distanza dalla sua nomina a Capo dello Stato: “Speriamo che possa riprendersi, ma per il momento non si può dire niente. (…) Oggi si è accasciato dopo avere parlato (e in tono sereno) con Moro e Saragat. Gli stessi lo hanno sostenuto ed i corazzieri lo hanno portato – senza conoscenza e parola – a letto. Per mezz’ora non si è trovato un medico!…”. Una ricostruzione dei fatti sorprendente, che lascia capire come Andreotti raccontasse ogni cosa alla moglie, talvolta dandole anche informazioni riservate. Un rapporto di fiducia purtroppo così raro ai giorni nostri che, nel riscontrarlo, mette quasi i brividi.