Giulio Rapetti, perché si chiama Mogol?/ “Scelto dai funzionari della SIAE”

- Emanuele Ambrosio

Mogol, come mai si chiama così? Uno dei più grandi parolieri italiani, co-autore di Lucio Battisti, ha raccontato come è nato il suo nome d'arte

Mogol 640x300 Mogol (Rai 2, 2022)

Mogol: come è nato il suo nome d’arte?

Mogol, come mai si chiama così? Uno dei più grandi parolieri italiani, co-autore di Lucio Battisti, ha raccontato come è nato il suo nome d’arte. All’anagrafe Giulio Rapetti, il paroliere deve il suo successo al sodalizio con l’immenso Lucio Battisti con cui ha scritto alcune delle più belle pagine della musica italiana. Una collaborazione che è durata 15 lunghi anni e che ha portato al successo entrambi. Dietro le canzoni di successo di Lucio Battisti c’era sempre lo zampino di Mogol che ha collaborato con grandissimi artisti della musica italiana come Gianni Morandi a Riccardo Cocciante, passando per Mina, Ornella Vanoni, Patty Pravo e tanti altri.

Ma come è nato il suo nome? A rivelarlo è stato proprio Giulio Rapetti e Gianni Letta in occasione della presentazione dell’Annuario 2018 della Società degli autori e degli editori. Gianni Letta, durante la conferenza, ha rivelato come e quando è nato il nome d’arte di Mogol: “era il 1959, Giulio Rapetti fece domanda di iscrizione alla Siae chiedendo di assumere un nome d’arte, peccato che non ne aveva in mente uno preciso, inviò alla Siae una lista di 120 nomi e alla fine furono i funzionari a sceglierne uno”.

Mogol: “il mio nome d’arte? quando mi arrivò la lettera della Siae”

Lo stesso Giulio Rapetti, in arte Mogol, non ha mai dimenticato il giorno in cui ha letto il suo nome. “Io che non ricordo quasi niente, questa cosa qui ce l’ho scolpita nella memoria: quando mi arrivò la lettera della Siae e lessi quel nome, Mogol, mi prese uno scoramento totale” – ha raccontato il paroliere che inizialmente non rimase colpito dal nome – “pensai, oddio, un nome cinese! Mi calmai solo convincendomi che nessuno sarebbe venuto a saperlo”. Nel tempo poi il paroliere si è ricreduto: “quel Mogol mi ha aiutato davvero, è un nome che una volta che lo senti non lo dimentichi più”.

“Quando la Siae ha accettato lo pseudonimo mi è venuto un colpo perché era il nome del generale delle giovani marmotte di Qui, Quo, Qua. Ho pensato vabbè, chissenefrega, tanto nessuno conoscerà Mogol. Mi sono sbagliato” – ha detto il paroliere di canzoni senza tempo come “Emozioni”.





© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultime notizie di Musica e concerti

Ultime notizie