È un lungo ragionamento attorno ai temi più scottanti dell’attualità geopolitica quello fatto dal deputato Giulio Tremonti sulle pagine del Foglio, parlando di quello che dobbiamo aspettarci dal futuro (specialmente se non si prendessero delle decisioni coraggiose e sempre più necessarie) e dei dazi minacciati da Donald Trump ma – fino ad ora – non ancora applicati al vecchio continente; il tutto con il filo rosso dell’invito a rivedere le eccessivamente stringenti regole europee che – secondo lo stesso Giulio Tremonti – sono alla base dell’attuale crisi europea.
Partendo dal principio la primissima cosa che Giulio Tremonti ci tiene a mettere in chiaro è che attualmente l’Europa sembra essersi “rottamata con l’eccesso di regole” che si è registrato nel “suo ‘ventennio perduto'” e che hanno portato alla singola contraddizione che vede da un lato il trattato di Maastricht “con l’idea sucida del mercato perfetto super regolamentato” e dall’altro “il Wto (..) che era l’esatto opposto”: l’effetto è che oggi il territorio europeo paga il “devastante” prezzo della “sua follia e del suo folklore giuridico”; il tutto affidando nelle mani – riferendosi neanche tanto velatamente a Draghi, ma ovviamente senza citarlo – di “chi la messo le catene all’UE (..) la ricetta per salvarla”.
Giulio Tremonti: “La ricetta per salvare l’Europa sono meno regole e vincoli e più eurobond”
Complessivamente, quello che servirebbe oggi secondo Giulio Tremonti è esattamente la stessa cosa che propose quando era ancora Ministro nel 2003: “Gli eurobond – ricorda al Foglio – per infrastrutture e difesa comune [e] di allentare i vincoli“, immaginando oggi un’Europa che non sia né vessillo di Trump né della Cina, che “tenga conto dei popoli [e] si allinei alla natura dei problemi” perché è sempre più drammaticamente chiaro che “nessun governo nazionale può farcela da solo”; il tutto con un singolare invito a recuperare la lezione del “visionario manifesto di Ventotene (..) dove si parla di difesa comune”
Estendendo poi il suo ragionamento al panorama geopolitico, Giulio Tremonti ci tiene anche a riflettere attorno al tema dei dazi di Donald Trump ricordando che sono collegati – come spiegato nel libro “‘Elegia americana’ di Vance”, vicepresidente USA – al “dramma della manifattura [americana] per il lavoro che si spostava in Cina” in una sorta di “mezzo per fare giustizia”; mente sottolineando che l’unica risposta europea efficiente è “la politica commerciale” senza farsi trascinare da particolari “isterismi”, ricorda anche che ad attenuarne l’impatto potrebbe esserci il fatto che “il dazio che impone l’America ritornerebbe a carico americano” potenzialmente danneggiando soprattutto “le multinazionali americane che operano in Europa”.