L’attrice Giusy Buscemi, protagonista sul piccolo schermo con la serie tv Rai “A un passo dal cielo”, nuova stagione in onda dal 30 marzo, si è raccontata parlando con i microfoni di Famiglia Cristiana. Sembrano passati anni luce dal suo esordio nella serie, il 2015: «Era la terza stagione – racconta Giusy Buscemi – e c’era ancora Terence Hill. Avevo un’attitudine alla vita molto più superficiale e sbarazzina. Crescendo come persona, con il matrimonio e la nascita dei miei figli, inevitabilmente anche il personaggio di Manuela si è evoluto. Anche se lei non è madre, ora ha un’attitudine più materna anche nel suo lavoro». Giusy Buscemi svela di essere cambiata moltissimo dopo la maternità: «Tantissimo. È uno sguardo diverso sul mondo. Quando diventi madre la tua vita ti appartiene di meno, perché un pezzo di te si trasferisce nei figli e quindi aumenta anche il senso di responsabilità».
L’attrice, in occasione di un’intervistam raccontò di voler una famiglia con 8 bambini, la sogna ancora? «È una domanda che mi perseguita (ride, ndr). Mi era stata fatta prima di sposarmi con Jan e avere Caterina. C’è tempo per pensarci. Sogno di dare luce anche alla mia vita professionale. Avere tre figli, tutti piccoli, non è semplice. I miei genitori vivono in Sicilia, anche se posso permettermi di avere una baby-sitter che mi aiuta tutti i giorni». A gennaio Giusy Buscemi è persino riuscita a laurearsi, nonostante il suo bimbo più piccolo, Elia, avesse solo sei mesi: «Mi sono ritagliata gli spazi per studiare. Il lockdown è stato un’occasione per ascoltare le lezioni dei professori e preparare gli esami. Mi sono laureata in dieci anni, però ho chiuso un cerchio. E la tesi sull’uso del dialetto nelle serie tv l’ho dedicata ai miei figli (e a quelli che verranno)». Tutti i tre figli hanno come secondo nome Maria: «Io e mio marito abbiamo voluto dargli una benedizione mariana. Sono molto devota alla Madonna perché è uno straordinario modello femminile, una donna che ama, soffre e perdona».
GIUSY BUSCEMI: “VORREI LAVORARE CON TORNATORE”
Sul rapporto con la sua fede cristiana, Giusy Buscemi racconta: «Quando si decide di seguire una persona come Gesù Cristo che ha dato la vita per amore, significa ribaltare la propria esistenza. La prospettiva di amare e di vivere è diversa. Ho scoperto la fede come valorizzazione dell’unicità di ciascuno di noi e di come siamo chiamati a fare il nostro meglio, con gioia e senza rinunce».
Chiusura dedicata ad un personaggio che vorrebbe incontrare e al regista con cui vorrebbe lavorare: «Sono attratta dalla figura di Chiara Corbella Petrillo e dalla sua storia di amore e dolore – svela Giusy Buscemi – essendo madre, ho capito cosa vuol dire dare la vita fino in fondo affidandosi a una promessa di felicità che supera questa vita. Mi piace la metafora che usa Chiara quando parla della candela che si scioglie per amore. È la lucida visione di una persona che ama e, amando, dà tutta sé stessa. Un regista con cui vorrei lavorare? Giuseppe Tornatore perché è siciliano come me e perché, con il suo linguaggio, riesce a incarnare la poesia del cinema».