Tra un mese l’appuntamento con le primarie, sono giorni importanti per il futuro del Partito Democratico. In attesa di conoscere il vincitore della votazione, con il testa a testa serratissimo tra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, Goffredo Bettini lancia un messaggio alla comunità dem: fare coesistere l’anima cattolica e l’anima di sinistra, così da ritrovare insieme quello che lui definisce “l’umanesimo” del Pd.
“Cos’è la sinistra se non elabora un oltre? Se si sente sazia e alla fine rinuncia a trasformare il mondo?”, quesiti posti da Goffredo Bettini in un lungo editoriale comparso oggi nelle pagine di Repubblica: “Ecco perché ritengo essenziale, per rilanciare il Pd, il rapporto osmotico tra il socialismo e il cristianesimo. Tra la radice di sinistra e quella cattolica”.
Goffredo Bettini sul futuro del Partito Democratico
Nel corso della sua analisi, Goffredo Bettini ha spiegato che ognuno nei decenni ha preso qualcosa dall’altro. Se la sinistra ha temperato il suo statalismo, il cattolicesimo democratico si è aperto al mondo e ha abbandonato ogni venatura confessionale: “Mi viene da dire, con schiettezza, che dunque il problema che taglia le radici della stessa esperienza del Pd (pur da rinnovare perché nata in un clima politico e culturale più ottimistico rispetto a quello così tetro dell’oggi) non riguarda un tirare la coperta da una parte e dall’altra tra la sinistra e i cattolici democratici; ma al contrario, è quello di superare dentro il Pd l’acquiescenza che si è determinata a fronte della modernità che stiamo vivendo e la rinuncia alla critica dello sviluppo odierno, che, se lasciato a sé stesso, porterà non solo a inedite disuguaglianze ma alla distruzione del pianeta”. Tra i fondatori del partito di sinistra, Goffredo Bettini ha invocato un confronto tra anime diverse, mettendo da parte i confini delle correnti e quindi del potere. Lui vede un passaggio chiaro all’orizzonte: “Solo la sinistra e il cattolicesimo democratico insieme potranno suscitare nei democratici un nuovo pensiero `inappagato´ facendo fronte a quel cedimento di coscienza e ideale, che porta all“apologia’ delle cose come stanno”.