L’esperta militare Marina Miron definisce “azzardo studiato” il “bluff della Wagner” che ha calamitato l’attenzione della comunità internazionale nelle ultime ore. “Nessuno è così stupido da andare contro Putin allo sbaraglio, sperando che l’esercito si unisca ai ribelli per strada – spiega al Fatto Quotidiano l’accademica onoraria del Dipartimento di Difesa del King’s college di Londra – Per prendere Rostov non ci vogliono due ore: la Wagner stava probabilmente pianificando la mossa da settimane, mesi”.
A questo punto, per Miron “la prima ipotesi è che Prigozhin non voglia combattere davvero con 25mila uomini contro un esercito di centinaia di migliaia. La seconda è che abbia realizzato di aver esagerato. La terza è che stia contrattando condizioni migliori senza necessità di combattere”. Ma perché l’esercito regolare russo non ha reagito a quello che sembrava configurarsi come un colpo di Stato? Secondo l’esperta, “molti soldati sono in Ucraina, in più i russi non vogliono un’escalation interna, ma non gli avrebbero comunque concessi di entrare a Mosca”. Infatti, sostiene che “lo avrebbero impedito con ogni mezzo. Sappiamo che fine hanno fatto i nemici di Putin, che non ama né Gru (il Direttorato Generale per le informazioni militari, ndr), né si fida del tutto della sua Difesa, ma non ha mai messo tutte le sue uova in un paniere solo, in un dipartimento solo”.
Golpe Wagner in Russia, Miron: “Prigozhin contava su supporto Putin”
Per l’esperta militare Marina Miron, interpellata dal Fatto Quotidiano sulla rivolta della Wagner contro il Cremlino, “quando Prigozhin ha cominciato a criticare in pubblico i suoi alleati, Gerasimov e Shoigu, ha messo il presidente russo in difficoltà davanti agli occhi di tutti” tuttavia “molte delle cose che dice Prigozhin di Shoigu sono vere”. Secondo l’esperta quindi “Prigozhin vuole il potere, ma non essere presidente; non è nemmeno un politico, vuole rimpiazzare Shoigu, ma forse ha esagerato credendo nel supporto di Putin”.
In queste ore in cui il destino della Russia sembra quantomai incerto, Miron afferma che “per le strade accade quello che è successo nel 1917, durante la rivoluzione, quando gli abitanti vedevano arrivare soldati con il cappello bianco o rosso, dell’una o dell’altra armata, non si schieravano, non sapevano come sarebbe andata a finire. Lo sapremo anche noi solo nelle prossime ore”.