Alla luce di quanto emerso dalla lettura dei verbali del Comitato tecnico scientifico (Cts), il lockdown doveva riguardare solo alcune regioni del Nord, invece il Governo lo ha esteso a tutto il Paese. «Il Parlamento può chiedere conto al governo di spiegare questa decisione», ha dichiarato Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale, nell’intervista rilasciata a Il Messaggero. Bisogna, quindi, chiarire se l’azione politica ha ecceduto rispetto alla valutazione tecnica, di conseguenza se c’è stato un eccesso di prudenza o illegittimità. Le conseguenze potrebbero essere pesanti. «Dal punto di vista politico si potrebbe arrivare anche alla sfiducia». Improbabile, invece, per Mirabelli che le Regioni facciano richiesta di risarcimento. Sotto il profilo economico però possono agire le associazioni o le categorie colpite. «Si tratta di stabilire se ci sia una responsabilità e se gli atti fossero legittimi». I governatori, dunque, non possono fare altro che chiedere che i fondi Ue siano erogati in forma maggiore alle regioni che hanno subito un danno ingiusto.
MIRABELLI “GOVERNO RISCHIA SFIDUCIA PER LOCKDOWN”. E IL SUD…
Aree dell’Italia dove non c’erano contagi sono state bloccate a causa del lockdown generalizzato. «Si dovrebbe tener conto della situazione e pensare ad azioni di ristoro», ha spiegato Cesare Mirabelli a Il Messaggero. Bisognerebbe tener conto di questo aspetto anche nell’impiego delle risorse europee. Ma tornando alla politica, bisogna partire dal fatto che i decreti sono frutto di una decisione collegiale, ad esempio è stato coinvolto anche il ministro della Salute Roberto Speranza. «Il presupposto erano le valutazioni del Comitato, bisogna stabilire se sia stato legittimo, sulla base di quelle valutazioni, estendere le misure rigide anche dove il comitato non lo riteneva necessario», ha dichiarato il presidente emerito della Corte Costituzionale. Inoltre, bisogna approfondire l’aspetto della ragionevolezza del decreto. «Provvedimenti restrittivi di libertà costituzionali devono essere adeguati, proporzionati e temporanei». Di sicuro sono stati temporanei. «La preoccupazione che avrei è che, in un’ottica generale, provvedimenti amministrativi, che non hanno garanzie della legge, tocchino diritti fondamentali, la libertà delle persone». Per questo Mirabelli ritiene che sarebbe stato meglio agire con i decreti-legge. «Le leggi straordinarie che riguardano la protezione civili sono localizzate e limitate nel tempo a episodi straordinari».