A circa 9 miliardi di anni luce dal nostro pianeta esiste una gigantesca struttura circolare inspiegabile che è composta da galassie: si tratta precisamente del Big Ring, il Grande Anello. Secondo quanto riporta Fanpage, si tratta di uno dei sette oggetti più pantagruelici mai identificati nello spazio, avendo un diametro di ben 1,3 miliardi di anni luce e la sua conferenza è di circa 4 miliardi di anni luce. E’ uno spazio così gigantesco che se potessimo vederlo nel cielo occuperebbe la stessa superficie di ben 15 lune piene raggruppate. A sorprendere soprattutto gli scienziati è il fatto che il Grande Anello starebbe sfidando il Principio Cosmologico, che è uno dei pilastri degli studi astrofici. In poche parole non si riesce a spiegare questo enorme cerchio con le conoscenze e le teorie che abbiamo in questo momento.
Secondo il Principio in questione l’universo sarebbe costituito da stelle e galassie che pur essendo enormi sarebbero comunque insignificanti rispetto alla vastità del cosmo. In base a tale teoria gli addetti ai lavori hanno calcolato quindi che non dovrebbero esistere delle strutture più grandi di circa 1,2 miliardi di anni luce, ma il Grande Anello sta sfidando tale “credenza”: è troppo grande per essere spiegato.
GRANDE ANELLO, SCOPERTA NELLO SPAZIO UNA STRUTTURA GIGANTESCA/: IL PRINCIPIO COSMOLOGICO VERRÀ RIVISTO?
Di conseguenza, come scrive Fanpage, stanno emergendo delle prove secondo cui questa teoria non è sostenuta da solide fondamenta, e gli studiosi dovranno prima o poi rivederla, un po’ come già accaduto in passato con il Principio Cosmologico Perfetto, secondo cui l’Universo sarebbe stato omogeneo solo nello spazio ma anche nel tempo, cosa poi non rivelatasi veritiera.
Il Grande Anello è stato scoperto da team di ricerca internazionale guidato da scienziati britannici dell’Università del Lancashire Centrale (UCLan), assieme all’Università di Louisville (Stati Uniti). Coordinati dalla dottoranda Alexia Lopez del Jeremiah Horrocks Institute, hanno individuato l’enorme struttura mentre stavano studiando il cielo attraverso la luce dei quasar, in grado di far emergere degli oggetti deboli e distanti come le galassie dell’Universo primordiale. Sempre attraverso questa tecnica la dottoressa aveva già scoperto in precedenza l’Arco Gigante, una struttura caratterizzato da un diametro di 3,3 miliardi di luce, composto da una sequenza di galassie.