Green pass obbligatorio, tamponi non bastano/ “Da lunedì 2 milioni lavoratori a casa”
Green pass obbligatorio, ora è emergenza tamponi: non bastano per soddisfare domanda. “Da lunedì 2 milioni lavoratori rischiano di restare a casa”, l’allarme della Cgia di Mestre

Con l’introduzione dell’obbligo del Green pass sul lavoro è boom tamponi. Ma questa forte domanda ha causato un’emergenza. Molte farmacie e strutture pubbliche e private non sono, infatti, in grado di compiere giornalmente il numero di test sufficienti per coprire tale richiesta, quindi il rischio è che da lunedì due milioni di persone non possano lavorare. A lanciare l’allarme sul green pass obbligatorio è l’ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo cui da lunedì 18 ottobre potrebbero registrarsi molti disagi, a partire dai lavoratori, che si ritroverebbero a casa senza retribuzione. Chi ha deciso di non vaccinarsi contro il Covid deve rinnovare il Green pass ogni due giorni, quindi deve sottoporsi circa 15 volte al mese al tampone.
Parliamo quindi di 30 milioni di tamponi al mese se teniamo conto di questo numero di lavoratori. «Ce ne vorrebbero fino a 700mila al giorno», osserva la Cgia di Mestre. Il timore è che quindi le strutture non riescano a reggere questo stress. La questione, dunque, non è solo economica, ma anche organizzativa.
“QUESTO GREEN PASS LEDE DIRITTO AL LAVORO”
Il Green pass obbligatorio, così come è stato pensato, non è solo «un problema economico e sociale che rischia di mettere a repentaglio la tenuta produttiva di moltissime attività economiche», osserva l’ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo cui questa emergenza «costituisce anche una violazione del diritto al lavoro». La questione è che se chi non vuole farsi il vaccino anti Covid deve farsi il tampone, allora «lo Stato deve garantire la possibilità di farlo», altrimenti si «lede il diritto al lavoro». Sono due le strade per il governo Draghi sempre secondo la Cgia di Mestre: «Stabilire che il Green pass si ottiene solo attraverso l’inoculazione del vaccino o mobilitare Esercito e Protezione civile affinché vengano diffuse su tutto il territorio nazionale delle unità mobili in grado di fare i test». Attualmente la regione che rischia di più è la Sicilia che ha 625mila non vaccinati, quindi il 24,3 per cento. A seguire Calabria, provincia autonoma di Bolzano e Valle d’Aosta. Ad andare meglio sono Lombardia, Lazio e Toscana.
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