“La Groenlandia ci serve, la prendiamo”. Così il Corriere della Sera, con tanto di virgolette per precisare che ci offre non una interpretazione ma un’autentica traduzione di ciò che ha detto Trump.
In effetti anche a noi servirebbero tante cose che non abbiamo. Non tanto la California, che pare abbia movimenti tellurici più dei Campi Flegrei, ma l’East Coast, compreso quegli interessanti centri di fama internazionale che sono New York e Boston. Io personalmente mi terrei il palazzetto dove giocano i Boston Celtics, per la gioia dei miei nipotini.
Del resto Cristoforo Colombo e Giovanni da Verrazzano non erano americani, e neanche Amerigo Vespucci. Se noi, si fa per dire, non li avessimo scoperti (si fa per dire), gli americani sarebbero ancora impegnati nella caccia, poco accettabile, dei bisonti e per comunicare tra loro userebbero ancora i fuochi che, come abbiamo visto recentemente proprio da quelle parti, possono essere molto pericolosi.
E comunque il principio che se una cosa mi serve me la prendo è proprio interessante. Di per sé non è neanche troppo nuovo, ma una volta accettato rivoluzionerebbe la nostra vecchia economia di mercato. Sarebbe in fondo una nuova edizione del vecchio colonialismo. Gli americani, una volta colonizzati dagli europei, potrebbero prendersi la rivincita prendendosi un po’ di Europa, a cominciare dalla Groenlandia.
Certo, a ben vedere, gli americani di oggi sembrano in maggior parte discendenti più dei colonizzatori che dei colonizzati di allora.
A questo proposito, come dimenticare che, a volte, le imprese coloniali europee, le nostre, furono sostenute non solo dai capitalisti, ma anche da una parte dei socialisti, che vedevano, ad esempio, nell’impresa coloniale italiana, dell’Italia proletaria, una sorta di lotta di classe contro le plutocrazie straniere?
Basti leggere l’impressionante discorso del mite poeta socialista Giovanni Pascoli tenuto in occasione della guerra di Libia il 28 novembre 1911 al Teatro dei Differenti di Barga e dal titolo La grande proletaria si è mossa. Volutamente non ne cito neanche una frase, per non essere accusato di estrapolarla dal contesto. Vi invito a leggerlo fino in fondo. Io lo leggevo ai miei studenti, anche a quelli di relazioni internazionali in Kazakistan, per spiegare un importante aspetto della nascita del fascismo.
Speriamo che la signora von der Leyen, promotrice di una nuova Europa, non l’abbia letto. A lei consiglierei Cenerentola, un racconto che si conclude senza spargimento di sangue con un bacio del principe alla povera ragazza e relativa umiliazione delle antipatiche sorellastre.
Ecco: per favore, cercasi urgentemente principe, magari Uno che viene dall’alto.
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