Dopo aver annunciato ieri il taglio dell’Irpef per l’anno 2021, il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è al lavoro per programmare il Recovery Plan da presentare entro il prossimo 15 ottobre in Europa: come fatto intuire oggi da Paolo Gentiloni nella sua intervista al Corriere della Sera, l’Italia non potrà permettersi con i soldi del Next Generation Eu di proseguire sulla scia della spesa in extradeficit continua. Dunque occorreranno poche ma significative riforme per far ripartire il Paese e nello stesso tempo ridurre la spesa pubblica: uno dei capisaldi del Governo, ha detto ieri Gualtieri, sarà proprio il taglio dell’Irpef e la conseguente maxi-riforma fiscale. Oggi però Il Giornale torna sul modello avanzato dall’esponente Pd – «apprezzo il modello tedesco di progressività con aliquota continua ma su questo non abbiamo ancora deciso» – e prova a mettere nero su bianco le possibili conseguenze che la riforma di Gualtieri potrebbe avere sull’economia e il fisco italiano. «Irpef a scaglioni come quella italiana, ma con una variazione sostanziale: non ci sono detrazioni e, a seconda del reddito lordo (individuale o congiunto marito-moglie), si applica una ben precisa aliquota inclusa nello scaglione medesimo», così sussiste il modello tedesco rilanciato dal critico articolo del “Giornale”.
LA RIFORMA IRPEF SARÀ UNA STANGATA?
Per provare a capire come la riforma fiscale del Governo Conte-Gualtieri possa essere una “stangata” sui conti degli italiani, il Giornale lancia un esempio su un reddito denunciato di 25mila euro: utilizzando le aliquote di oggi, il cittadino in quella situazione non pagherebbe più un’aliquota che in assenza di detrazioni è del 14,8% circa (quindi 3.700 euro), bensì dovrebbe pagare «un’aliquota predeterminata che potrebbe essere anche superiore (in Germania sarebbe attorno al 24% ma i tedeschi sono generosi dal punto di vista delle prestazioni sociali), per un esborso di almeno 4.500 euro». In questo modo a rischio stangata rimarrebbero soprattutto gli autonomi e le Partite Iva, ma a rischiare sarebbero anche indirettamente le famiglie con l’introduzione dell’assegno unico voluto dalla Ministra renziana Elena Bonetti: «a reddito più elevato assegno più basso. E il fatto che gli alleggerimenti fiscali per i lavoratori con il taglio del cuneo e l’assegno unico del Family Act devono garantire “l’equilibrio della finanza pubblica”» (come ribadiva ancora ieri Gualtieri, ndr), «prelude a un aumento dell’imposizione su altri fronti. ad esempio, nei giorni scorsi si è già appurato che il taglio degli sconti fiscali sul diesel, allo studio del ministro dell’Ambiente Costa, potrebbe costare a cittadini e imprese oltre 5 miliardi in più», conclude l’invettiva del Giornale “contro” la riforma Gualtieri in programma per i prossimi mesi, ribadendo l’assunto già ripetuto da Berlusconi e Brunetta anche nel recente passato «o si fissa la spesa e si tassa di conseguenza. O si fissano le tasse e si garantiscono solo determinati servizi».