DIO, IL PADRE E LA GUERRA DEL MONDO ODIERNO: L’ANALISI DI BORGONOVO SULLA RIVISTA ISLAMICA
Nell’inedita veste di collaboratore della rivista islamica “LaLuce.news”, il giornalista Francesco Borgonovo riflette e analizza l’evoluzione della cultura fino ai giorni nostri mettendo in evidenza il rischio sempre più grande di una “guerra al padre e a Dio” portata avanti dalla mentalità comune moderna, anche tra le élite. Un femminile legato alle forze naturali e alla fecondità, un maschio invece interpretato come slancio verso l’alto: così la cultura (da Dugin a Camille Paglia), la psicanalisi (con Claudio Risé) e la religione hanno in Occidente analizzato nei secoli il rapporto complesso tra uomo e donna, sottolinea Borgonovo.
Ma il vero problema di oggi è che «del maschio e della femmina tendono a prevalere gli aspetti oscuri e caotici. Nel mondo disincantato non siamo più spinti a guardare in alto, ma trascinati verso il basso, nelle profondità infernali»: la cultura odierna sempre più genera quanto racconta il mito del Logos di Cibele, ovvero l’antica incarnazione della Grande Madre, una dea oscura delle profondità terrestri. Il disordine nel mondo degli attivisti sui temi sessuali – dai diritti LGBTQ al femminismo fino alle complicanze delle rivendicazioni trans – rileva Borgonovo è davanti agli occhi.
FRANCESCO BORGONOVO: “SI GENERA OGGI UNA FEMMINA TERRIBILE E UN MASCHIO CARICATURA”
«La cosiddetta fluidità è divenuta la regola, la società liquida di cui parlava Zygmunt Bauman è capace di inghiottire qualunque pensiero e qualsiasi istituzioni solida e forte. Questo, del resto, è l’ordine di Cibele», scrive ancora Francesco Borgonovo sulla rivista islamica parlando di questo caos come figlio diretto dell’abbandono dell’ordine paterno.
Dalla teologia all’economia, il passo è breve secondo il cronista de “La Verità”: «Il padre, è noto alla psicologia del profondo, rappresenta l’ordine verticale, la gerarchia, l’ordine. E’ il padre che stabilisce le regole e segna i confini, marcandoli sul terreno. Se il padre svanisce, evapora o viene ucciso, ecco che il limite viene a mancare. Viene meno l’autorità che poneva freno al desiderio illimitato, vero motore del capitalismo globalizzato». Ecco che la storia dell’Occidente recente, giudica Borgonovo, è caratterizzata proprio dalla lotta feroce contro il padre, contro il divino: «Abbiamo voluto uccidere il padre, dunque, nel tentativo di garantirci una “liberazione” che avrebbe dovuto far trionfare – almeno nei sogni delle femministe e dei (presunti) rivoluzionari del Sessantotto – un ordine materno, accogliente e dolce, felice e piacevole». Il successo del “matriarcato” idealizzato nel film-conquistatutto “Barbie” sta a dimostrarlo: ma i risultati sono andati ben diversamente da quanto immaginato dalla spinta femminista-matriarcale, secondo “La Luce”: «Il tentativo di liberarsi del padre non ha prodotto altro che l’emergere di un femminile terribile e di un nuovo maschile diminuito e caricaturale». Una lotta contro il padre che, come identifica anche la cultura cattolica moderna – che ha nel suo apice la teologia di Papa Benedetto XVI/card. Ratzinger – non è solo un tema morale e sociale: «a ben vedere, però, non si tratta d’altro che di una lotta contro Dio, e contro la trascendenza in generale. Eliminare la verticalità dell’esistenza significa cancellare lo spirito e consegnarsi a un mondo senza regole».
P.s. Ci permettiamo un’aggiunta finale: uccidere il padre per elevare la madre non aiuta né il maschile né il femminile: il punto non è trapiantare il matriarcato al posto del patriarcato, ma trovare nell’unicità della differenza uomo-donna un valore di uguaglianza. Proprio quello che testimonia l’incontro cristiano nella persona di Gesù.
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