La Cina si è detta “profondamente preoccupata” per la guerra tra Hamas e Israele attraverso una dichiarazione del portavoce del Ministero degli Esteri. “Chiediamo alle parti interessate di mantenere la calma, esercitare moderazione e porre immediatamente fine alle ostilità per proteggere i civili ed evitare un ulteriore deterioramento della situazione”, ha affermato. Il conflitto è iniziato con un attacco a sorpresa ieri mattina, ma in poco più di ventiquattro ore si contano almeno 300 morti e 1800 feriti, oltre a decine gli ostaggi.
“La ricorrenza del conflitto dimostra ancora una volta che il prolungato stallo del processo di pace non può andare avanti”, ha continuato Pechino. “La via d’uscita fondamentale dal conflitto sta nell’attuare la soluzione a due stati e stabilire uno Stato indipendente di Palestina. La comunità internazionale deve agire con maggiore urgenza, intensificare il contributo alla questione della Palestina, facilitare la rapida ripresa dei colloqui di pace tra Palestina e Israele e trovare un modo per realizzare una pace duratura. La Cina continuerà a lavorare senza sosta con la comunità internazionale a tal fine”.
Guerra Hamas-Israele, Cina “due popoli, due stati”: il parere
La Cina sostiene dunque la “soluzione dei due stati” per risolvere la guerra tra Hamas e Israele. La prima stesura ufficiale dell’ipotesi in questione risale alla risoluzione 181 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 29 novembre 1947, ma l’idea era stata avanzata a più riprese già dagli anni ’30. Se ne è parlato successivamente anche durante la conferenza di Annapolis del novembre 2007. Ad oggi, tuttavia, il progetto non è mai diventato realtà.
Il piano consisterebbe nella creazione di due Stati separati nella parte occidentale della Palestina storica, uno ebraico e l’altro arabo. Secondo l’ultima proposta ufficiale, quella avanzata oltre un decennio fa, agli arabi residenti in Cisgiordania o nella Striscia di Gaza sarebbe stata data la cittadinanza del nuovo Stato palestinese, cosa che verrebbe offerta anche ai rifugiati palestinesi. Per quanto riguarda gli arabi residenti in Israele, invece, sarebbe stata prevista la possibilità di scegliere quale cittadinanza avere: israeliana o palestinese.