ISRAELE E HAMAS RAGGIUNGONO L’ACCORDO PER ALTRI DUE GIORNI DI TREGUA
In serata una fonte di Israele ha confermato l’accordo per l’estensione della tregua di altri due giorni: l’intesa prevede il rilascio di altri 20 ostaggi, di fatti 10 ogni giorno. In attesa di capire se Hamas presterà fede a tale accordo – anche se dalle fonti di Qatar ed Egitto si va proprio verso questa nuova intesa di proroga – secondo l’emittente egiziana statale Al Qahera, dovrebbero arrivare al valico di Rafah, in base agli accordi, anche 6 ostaggi thailandesi oltre agli 11 ostaggi israeliani liberati nel pomeriggio (di cui 9 bambini e 2 madri).
Hamas ha informato Qatar ed Egitto, che stanno mediando nei negoziati con Israele, di aver individuato «altri ostaggi israeliani nella Striscia di Gaza» e di essere disposti «a negoziare anche la liberazione dei soldati dello Stato ebraico». Lo ha dichiarato un membro dell’ufficio politico dei fondamentalisti palestinesi, Izzat Arshak, riportato dalle agenzie internazionali, precisando che la discussione sul rilascio dei soldati «non è ancora iniziata e che avverrà a parte rispetto a quella riguardante i civili». Il premier israeliano Benjamin Netanyahu sarebbe già stato informato in merito. Sebbene la tregua viene prorogata di due giorni, il Ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha affermato in serata che dopo il cessate il fuoco «gli attacchi di Israele avverranno con forza ancora maggiore e in tutta la Striscia di Gaza».
GUERRA ISRAELE, FONTI EGITTO: “LA TREGUA PUÒ ESTENDERSI DI ALTRI DUE GIORNI”
La vera novità di giornata, mentre Israele e Hamas continuano a discutere sulle liste dei rispettivi ostaggi/prigionieri da liberare, arriva dall’Egitto: secondo fonti dirette del Governo di Al Sisi a Skynews Arabia, sarebbero in corso sforzi importanti «per estendere la tregua umanitaria nella Striscia di Gaza». Tanto Israele quanto le milizie di Hamas sarebbero vicine – secondo l’Egitto – ad una proroga della tregua umanitaria di altri due giorni, ergo fino alla giornata di mercoledì 29 novembre compresa.
Questa notte il portavoce del governo Eylon Levy ha dichiarato che Israele ha già proposto ad Hamas «un’opzione per un’estensione della tregua nella Striscia di Gaza», spiega ai giornalisti, «Vogliamo ricevere altri 50 ostaggi oltre questa notte, per riportare tutti a casa». In attesa della decisione definitiva di Hamas, è ancora Tel Aviv a dirsi cautamente ottimisti sulla nuova tranche di ostaggi da liberare oggi pomeriggio: «il ritardo attuale riguarda la denuncia di Israele che Hamas con i suoi criteri di rilascio separi le madri dai figli e questo, a giudizio dello Stato ebraico, viola l’intesa», si legge nel fonti dirette dell’ANSA.
ISRAELE E HAMAS LAVORANO PER ESTENDERE LA TREGUA: COSA SUCCEDE OGGI
Scatta oggi l’ultimo giorno di tregua per la guerra Israele-Hamas dopo l’accordo stipulato settimana scorsa con Qatar e Stati Uniti: Tel Aviv ha ricevuto nelle scorse ore, non senza problemi e ritardi, l’elenco dell’ultimo gruppo di ostaggi che saranno liberati nel pomeriggio al valico di Rafah verso l’Egitto. I mediatori del Qatar – fanno sapere da Doha – starebbero già lavorando con Israele e Hamas per risolvere i problemi sulla lista degli ostaggi ed evitare ritardi nel rilascio dopo che entrambe le fazioni hanno sollevato dubbi sulle liste israeliane e pure sui prigionieri palestinesi che dovrebbero essere rilasciati in giornata.
Uno dei problemi principali che potrebbe riportare già da domani la guerra sul campo a Gaza è quello di ritrovare decine di ostaggi in questo momento non sotto il diretto controllo di Hamas, fa sapere ancora il Qatar tramite lo sceicco Mohammed Bin Abdulrahman al-Thani (raggiunto dal Financial Times). Tanto il Governo Netanyahu quanto le milizie palestinesi convergono sul fatto di poter estendere la tregua con l’aiuto Doha, altrimenti in scadenza questa sera, e liberare altri gruppi di ostaggi e prigionieri: «Ci sarà un giorno in più di tregua ogni gruppo di 10 ostaggi rilasciati», lo ha confermato il portavoce di Hamas Osama Hamdan intervistato dall’emittente libanese Lbci, «ma gli ostaggi vanno trovati» in quanto molto di loro sono in mano ad altre fazioni nella Striscia di Gaza, come la Jihad islamica.
QATAR, USA, CINA E TURCHIA: LE MOSSE PER TROVARE UN CESSATE IL FUOCO PERMANENTE NELLA GUERRA IN MEDIO ORIENTE
Segnali positivi arrivano dalla Casa Bianca dove viene fatto sapere che Joe Biden e Benyamin Netanyahu «hanno discusso della situazione a Gaza, della pausa nei combattimenti e dell’aumento dell’ulteriore necessaria assistenza umanitaria nella Striscia». Israele, così come Hamas, vorrebbero aumentare i 4 giorni di tregua e continuare nel difficile accordo su ostaggi e prigionieri: «I due leader hanno convenuto che il lavoro non è ancora finito e che continueranno a lavorare per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi», conferma Washington.
«Ho detto al presidente Biden: c’è un piano di intesa, prevede la liberazione di 10 ostaggi per ogni giorno ulteriore di tregua. Tutto ciò è certo positivo», ha aggiunto Netanyahu in una nota, aggiungendo però «alla fine di quel piano riprenderemo con tutta la forza per conseguire gli obiettivi della guerra». Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha invece discusso con l’omologo iraniano Ebrahim Raisi della guerra tra Israele e Hamas e di «iniziative che possono essere adottate per raggiungere un cessate il fuoco permanente nella regione». Secondo il “Sultano” turco, l’Iran e la Turchia «dovrebbero mantenere una cooperazione per rendere permanente il cessate il fuoco temporaneo e raggiungere una pace duratura». Nel frattempo il capo della diplomazia cinese – il ministro degli Esteri Wang Yi – sarà a New York in settimana per tenere una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sul conflitto tra Israele e Hamas. «Come presidenza di turno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la Cina terrà il 29 novembre un incontro ad alto livello sulla questione israelo-palestinese», ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, aggiungendo che il ministro degli Esteri cinese «sarà anche a capo dell’evento».