Continua violentissima la guerra fra Israele e Iran. Dopo l’attacco di Netanyahu avvenuto nella notte fra giovedì e venerdì, nella serata di ieri, attorno alle ore 21:00 italiane, è arrivata l’attesa risposta di Teheran, con centinaia di missili lanciati su Tel Aviv. I sistemi Iron Dome e Arrow hanno intercettato la maggior parte dei razzi lanciati sulla città, ma diversi sono riusciti a oltrepassare le barriere, senza dimenticare che i missili neutralizzati dalla contraerea sono comunque proiettili di diversi chili, che possono colpire case, persone e auto. Un conflitto che si sta intensificando e che arriva dopo che l’Iran ha promesso una “risposta schiacciante” all’attacco israeliano, aggiungendo inoltre che colpirà tutte le nazioni e tutti i Paesi che aiuteranno e difenderanno Israele.
Al momento il bilancio non è certo, ma vi sarebbero un paio di vittime a Tel Aviv dopo i bombardamenti delle ultime ore, mentre in Iran i decessi sarebbero 78 a seguito dei bombardamenti da parte di Israele dei principali siti nucleari del Paese. I feriti, invece, sarebbero diversi da ambo gli schieramenti, soprattutto in Iran, dove sono centinata e per lo più civili. Ancora una volta, come a Gaza, a rimetterci sono le persone “normali”, esterne da questo conflitto, vittime di questo nuovo conflitto che purtroppo sembra tutt’altro che lieve e soprattutto breve. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha infatti affermato che “altre azioni sono in arrivo”, con Israele che ha condannato in maniera ferma gli attacchi al centro di Tel Aviv, con l’obiettivo di fatto di colpire solo i civili e stop. Di contro Teheran ha fatto sapere che prenderà di mira le basi regionali di qualsiasi paese che tenti di difendere Israele, come spiegato sopra.
GUERRA ISRAELE-IRAN, LA POSIZIONE DI TRUMP
Donald Trump, il presidente degli Stati Uniti, aveva inizialmente chiesto a Netanyahu di ritardare l’attacco, ma uscendo allo scoperto nelle ultime ore ha spiegato di sostenere Israele “ovviamente”, chiedendo a Teheran di accettare un accordo sul nucleare “prima che non rimanga nulla”. C’è il rischio che il conflitto possa inasprirsi ulteriormente anche perchè l’ondata di attacchi è stata devastante a massiccia in queste ultime ore, e le dichiarazioni dei rispettivi alti funzionari sono da brividi.
Sulla vicenda è intervenuta anche la Cina, che ha attaccato duramente Israele, definendo l’attacco di giovedì notte come una “violazione della sovranità dell’Iran” esortando Netanyahu a “cessare tutte le azioni militari rischiose”, così come fatto sapere da Fu Cong, rappresentante permanente della Cina presso le Nazioni Unite, in occasione di una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Pechino, ha continuato il rappresentante è “profondamente preoccupata” per le conseguenze delle azioni di Israele, sottolineando che un’escalation non sarà nell’interesse di nessuno.

GUERRA ISRAELE-IRAN, LA CINA CONDANNA TEL AVIV
“La Cina ha fermamente condannato la violazione della sovranità nazionale e l’integrità territoriale dell’Iran e chiede lo stop dei conflitti e che gli scontri si espandano ulteriormente”. L’esponente cinese ha proseguito: “Esortiamo Israele a cessare immediatamente tutte le azioni militari rischiose per evitare un’ulteriore escalation delle tensioni”. Anche il ministro degli Esteri cinese aveva dichiarato si è detto “molto preoccupato” per le “gravi conseguenze” che l’attacco di Israele all’Iran potrebbe comportare.
Ricordiamo che nel corso degli attacchi israeliani in Iran, che hanno visto la pianificazione diretta del Mossad, i servizi segreti nazionali, diversi alti rappresentanti dell’esercito sono stati ammazzati, con l’Iran che ha quindi subito un durissimo colpo nel giro di poche ore e totalmente inaspettato. Netanyahu, invece, per scampare agli attacchi, si è rifugiato in un bunker antiaereo, così come il ministro della Difesa Israel Katz. A Tel Aviv tutte le case costruite dopo la Guerra del Golfo sono dotate di sistemi di bunker, e nella serata di ieri, dopo che sono suonate le sirene, tutte le persone si sono rifugiate nei propri “sotterranei”, scampando così ad un eventuale bombardamento.