Il conflitto tra Israele e Iran desta qualche preoccupazione per le conseguenze energetiche che può avere. A rischiare di più è l'Europa
Proseguono gli attacchi incrociati tra Iran e Israele, ma se il prezzo del petrolio sembra aver fermato la sua corsa lo stesso non può dirsi per quello del gas in Europa, dato che il TTF è ormai prossimo ai 40 euro MW/h.
Come ci spiega Davide Tabarelli, Presidente di Nomisma Energia, «al momento non ci sono particolari problemi per quanto riguarda il petrolio ed è un bene che la Russia riesca a continuare a esportare il suo greggio: speriamo non ci siano problemi per quello che transita dal Mar Nero, così che non ci siano troppe tensioni relative all’offerta. Diverso è il caso del gas, in particolare per l’Europa».
Perché?
Perché, come ci siamo detti tante volte in passato, abbiamo un sistema tirato, dove basta poco perché l’offerta non riesca a soddisfare la domanda. Il Qatar esporta molto GNL verso l’Europa, ma si trova proprio di fronte all’Iran, che minaccia sempre di chiudere lo Stretto di Hormuz. Basta poco, quindi, per creare tensioni sull’offerta: se una nave gasiera venisse fermata o dirottata potrebbe diffondersi il timore per altri carichi oppure potrebbero generarsi ritardi nelle consegne e questo farebbe aumentare le quotazioni del TTF.
L’Europa è quindi più esposta degli altri Paesi?
Sì, gli altri sono più indipendenti, anche gli Stati Uniti che ormai esportano GNL nel resto del mondo. Qualche problema in più per gli Usa ci sarebbe nel caso di nuovi rialzi del prezzo del petrolio, che è legato a quotazioni internazionali, perché potrebbe determinare rincari dei carburanti con ripercussioni negative sull’inflazione, che già comincia a risentire delle politiche commerciali dell’Amministrazione Trump.
Potranno esserci nuovi rialzi del prezzo dell’elettricità?
Sì, in particolare in Italia, dove oltre il 40% dell’elettricità viene prodotta tramite gas. Si sta da tempo parlando di disaccoppiamento del prezzo dell’energia prodotta tramite rinnovabili da quello del gas, ma non è semplice da realizzare. Si sta anche ragionando su un prezzo diverso per l’industria, viste le difficoltà di molte imprese, ma se diventasse strutturale ci sarebbe da chiedersi perché le famiglie dovrebbero pagare di più l’elettricità.
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha detto che il Governo monitorerà la situazione e valuterà interventi qualora necessari. Cosa può fare concretamente l’Esecutivo?
Intanto va riconosciuto al ministro Pichetto Fratin il merito di aver avuto il coraggio di pronunciarsi contro lo smantellamento delle centrali a carbone di Civitavecchia e Brindisi, che potranno quindi poter essere riattivate in caso di bisogno. Per rispondere alla sua domanda, sono dell’idea che in certi momenti, soprattutto quando ci sono dei conflitti importanti in corso, occorra prendere in considerazione anche un rimedio estremo.
Quale?
Quello di un prezzo controllato anziché frutto delle dinamiche di mercato. Certo non è una misura che può essere presa da un solo Paese, bisognerebbe che fosse la Commissione europea a imporla, ma non mi sembra abbia il coraggio e la forza politica per farlo. Si può cercare di spingere per aumentare la produzione da rinnovabili o per arrivare un disaccoppiamento dal prezzo del del gas, ma credo che si finisca per girare intorno alla soluzione più logica: ricorrere alla che da ormai da troppi anni consideriamo inutile.
Intanto è stato firmato un accordo che garantirà alla Germania fino a 1,5 miliardi di metri cubi di gas dell’Azerbaigian, che verrà trasportato tramite Tap. Ha senso per il nostro Paese trasportare gas per conto di altri?
Le quantità coinvolte sono relativamente basse e comunque, dato che il prezzo del gas è unico in tutta Europa, se aumenta l’offerta in Germania è un bene anche per gli altri Paesi europei. Certo, a prima vista sembra esserci un aspetto paradossale in questa vicenda, ma l’Italia ha una grande capacità di importazione di gas e la domanda, viste anche le difficoltà delle imprese, sta calando e questo permette di tenere tutto sommato in equilibrio il sistema.
(Lorenzo Torrisi)
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