Si terrà quest’oggi a Berlino la riunione fra i vertici delle diplomazie europee, e fra gli argomenti caldi vi sarà senza dubbio l’alta tensione fra Turchia e Grecia in merito alla disputa delle acque del mar Mediterraneo orientale. Ieri il numero uno di Istanbul, Recep Tayyip Erdogan, è uscito allo scoperto, e senza troppi giri di parole ha invitato Atene a non commettere passi falsi: “Eviti errori che la porterebbero sulla strada della rovina – le parole del sultano riportate dall’agenzia Ansa – se vuole pagare un prezzo, che venga ad affrontarci”, altrimenti “si tolga di mezzo”. Oggetto del contendere, una zona di mare esclusiva greca dove vi sono numerosi giacimenti di idrocarburi, che però Ankara non riconosce. Uno specchio dove le esercitazioni sono all’ordine del giorno, comprese quelle di Italia e Francia a fianco di Grecia e Cipro. E sulla questione si è espresso anche il ministro della difesa del Belpaese, Lorenzo Guerini, che ha invitato ad evitare “ogni scintilla”, come ad esempio quanto avvenuto lo scorso 12 agosto, la collisione fra le fregate turche e greche, preferendo “il linguaggio della responsabilità”, ed escludendo il serio rischio di una reale guerra fra le due nazioni. Secondo Guerini, riferendosi al discorso di Erdogan vanno vanno valutati “i fatti più delle parole”, ed è necessario concentrarsi “sulla volontà di trovare canali di comunicazione di confronto da un punto di vista politico”. Concorde anche Annegret Kramp-Karrenbauer, ministro della difesa tedesca: “Occorre fare spazio per trovare una soluzione politica” e la Germania “sta lavorando alla mediazione a vari livelli”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
GUERRA TURCHIA-GRECIA? ERDOGAN “PRENDEREMO QUANTO È NOSTRO. PRONTI A ROVINA ATENE”
Sono durissime – e annunciano il forte rischio di una guerra tra Turchia e Grecia – le ultime dichiarazioni del Presidente Erdogan: tanto nel Mediterraneo, quanto nell’Egeo e nel Mar Nero, Ankara «si prenderà ciò che le spetta». Il proclama-diktat arriva da Erdogan nell’avvertire i rivali di Atene, nello stesso giorno della missione del Ministro Esteri tedesco Heiko Maas e in vista del vertice domani tra i Ministri degli Esteri dell’Unione Europea: «La Turchia è determinata a fare tutto ciò che serve per ottenere il riconoscimento dei propri diritti nell’Egeo, il Mar Nero e il Mediterraneo. Non scenderemo a compromessi», attacca ancora il “sultano” della Turchia. Per Erdogan non ci saranno alcune concessioni ai Paesi rivali dopo lo scontro nel Mediterraneo delle ultime settimane tra navi greche e turche, in risposta alla mossa di Ankara di piazzare propri mezzi a Kastellorizo (area di ricerca per preziose risorse naturali come gli idrocarburi). Secondo il capo della diplomazia di Berlino, di ritorno dal doppio viaggio con gli omologhi di Turchia e Grecia «Nel Mediterraneo orientale si sta giocando col fuoco. Ogni scintilla può portare alla catastrofe. Quello di cui abbiamo immediatamente bisogno è un segnale di distensione e anche una disponibilità al dialogo».
OGGI ESERCITAZIONI FRANCIA-ITALIA-GRECIA-CIPRO NEL MEDITERRANEO
Quel dialogo però Erdogan sembra del tutto escluderlo nella sfida a distanza con la Grecia, parte di una più ampia strategia di “autonomia” dalla Nato che vede la Turchia molto attiva anche sulle aree di tensione come Siria e Libia. Le parole del Presidente turco tra l’altro arrivano nel giorno in cui a sud di Cipro l’Unione Europea lanciata esercitazioni militari congiunte con le forze greche, italiane e francesi, come confermato dal Ministro della Difesa di Atene Nikos Panagiotopoulos. Le esercitazioni del piano “Eunomia” andranno avanti fino al 28 agosto in una zona assai vicina alle aspre tensioni tra Grecia e Turchia delle scorse settimane: «L’iniziativa ha l’obiettivo di dimostrare l’impegno dei quattro Paesi europei del Mediterraneo per lo stato di diritto nel quadro di una politica di de-escalation delle tensioni», spiega il Ministro della Difesa greco. Domani a Berlino la riunione con i vertici delle diplomazie europee vedrà la più che probabile richiesta di sanzioni alla Turchia presentata da Atene ed per questo che oggi sono giunte le sostanziali “repliche” alla strategia Ue sul Mediterraneo.