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Home » Esteri » Ucraina » Colloqui di pace Ucraina-Russia in Turchia senza Putin e Zelensky/ “Serve garanzia territori”. Trump rilancia

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Colloqui di pace Ucraina-Russia in Turchia senza Putin e Zelensky/ “Serve garanzia territori”. Trump rilancia

Iniziati i colloqui di pace in Turchia fra Ucraina e Russia senza Putin, Zelensky e Trump: gli scenari e le condizioni fissate da Kiev e USA. Nuovo stallo

Niccolò Magnani
Pubblicato 15 Maggio 2025 - Aggiornato alle ore 16:49
Erdogan e Zelensky

Volodymyr Zelensky da Erdogan in Turchia (ANSA-EPA 2025)

LA CONFERENZA DI ZELENSKY E LA (SEMI) APERTURA DI MOSCA: COSA SUCCEDE IN TURCHIA

Nella conferenza stampa al termine dell’incontro con Erdogan ad Ankara, il Presidente ucraino Zelensky ha voluto fare il punto con i media internazionali sui colloqui di pace in corso (in teoria) nel pomeriggio a Istanbul: in primo luogo, il leader del governo in guerra ha confermato che una delegazione seguirà quella russa nei negoziati, i primi dopo quasi tre anni. Ha poi sottolineato il “bluff” di Putin nel non presentarsi ai colloqui, e infine anche fissato alcuni punti sul contenuto dei tavoli che dovranno aprirsi nelle prossime ore.


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Per fare la pace e ottenere una tregua duratura, la Russia deve accettare di porre in discussione l’integrità e la definizione dei territori conquistati: in questo senso, dice ancora Zelensky ai giornalisti, il Presidente Erdogan avrebbe riconosciuto la Crimea (invasa nel 2014 dai ribelli filo-russi, ndr) come territorio ucraino, e questo sarebbe un segnale politico importante in una Turchia che resta uno dei pochi interlocutori attivi con la Russia. Mentre a breve la delegazione guidata dal Ministro della Difesa ucraino Umerov incontreranno i rispettivi russi a Istanbul, Zelensky tiene aperta la porta a contatti diretti con Putin per porre fine al conflitto, sottolineando che fino a che non vi sarà un incontro “presidenziale” lui non parteciperà direttamente ai colloqui di pace fissati in Turchia (sotto la spinta degli USA di Trump).


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Le condizioni chieste da Kiev sono nette: cessate il fuoco immediato, senza quello l’alternativa è sanzioni congiunte tra America e Unione Europea ancora contro Mosca. Un possibile segnale arriva intanto dalla delegazione di Medisnky, riportato dalla TASS: i negoziatori sono pronti a discutere di possibili compromessi e aperture con l’Ucraina, ma resta il rifiuto di un vertice tra i due presidenti finché sarà Zelensky il rappresentante ucraino. Resta il “rilancio” di Trump in merito ad un incontro da organizzare direttamente con Putin, il quale ha confermato di voler in quel caso partecipare (si spera) per “sbloccare” l’impasse sulla tregua.


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ANCORA IN STALLO I COLLOQUI IN TURCHIA. TRUMP RINNOVA LA VOLONTÀ DI INCONTRARE PUTIN

«Nulla potrà accadere finché non incontrerò direttamente Putin»: lo ha detto salendo sull’Air Force One il Presidente USA Donald Trump, facendo riferimento ai difficili colloqui di pace tra Ucraina e Russia in Turchia, complicati dalla decisione in extremis di Putin di non presentarsi. In una mattinata che al momento non ha visto ancora alcun negoziato diretto tra le delegazioni presenti ad Istanbul: tutto spostato nel pomeriggio, mentre la Turchia si “divide” idealmente in tre per i vertici internazionali.

Ad Ankara la visita di Zelensky a Erdogan, dove ha lanciato nuove bordate contro il nemico Putin; a Istanbul dove si attendere a breve la convocazione delle due delegazioni “minori” di Ucraina e Russia; e infine Antalya dove è ancora in corso la riunione dei Ministri degli Esteri dell’alleanza NATO. La strategia per la pace resta molto complicata, specie vedendo il nuovo scenario di insulti “recapitati” su entrambi i fronti: «la delegazione russa sembra sembra più una farsa, una messa in scena teatrale», attacca il Presidente ucraino nel colloquio con Erdogan.

Pronta la risposta del Cremlino che ha spiegato anche il perché Putin non si sia presentato oggi in Turchia: «Zelensky è un clown, un fallito», e il Presidente russo avrebbe potuto presentarsi solo in caso di incontro diretto con Trump, dato che il leader russo non viene considerato un “pari grado” del leader del Cremlino. Insomma, il rischio che salti nuovamente tutto è assai vicino, con tra l’altro la delegazione ucraina che ha fatto sapere che al tavolo dei colloqui di pace si presenterà solo se i russi accetteranno di parlare della tregua sul campo.

PRIMI COLLOQUI DI PACE PER LA GUERRA UCRAINA-RUSSIA IN TURCHIA… SENZA PERÒ I BIG. COSA PUÒ SUCCEDERE OGGI

Alla fine si riparte… dall’inizio: nei primi colloqui di pace tra Ucraina e Russia per provare a porre fine ad una guerra lunga ormai più di 3 anni il Cremlino mandato come capo dei negoziati lo stesso Vladimir Medinsky che partecipò già ai colloqui nel 2022, pochi mesi dopo l’invasione di Mosca nel Donbass. Alla fine – come molti temevano – il “bluff” di Putin è stato svelato: dopo aver fatto intendere di poter andare a negoziati diretti con l’Ucraina, con Zelensky e Trump che hanno voluto “scoprire” le carte, ecco che il Capo del Cremlino si è tirato indietro.

Sarà dunque Medinsky, assistente diretto di Putin ed ex Ministro della Cultura, a guidare oggi i colloqui di pace con la controparte ucraina in Turchia, con Erdogan che ospita i negoziati mentre in separata sede ha incontrato i vertici della NATO e in giornata anche il Presidente ucraino Zelensky. Con il capo delegazione dei russi vi sarà anche Mikhail Galuzin, vice ministro degli Esteri, il vice della Difesa Fomin e il capo dello Stato Maggiore Kostyukov. Se da un lato la delusione è grossa per il “buco” dato dal leader russo, resta comunque una notizia storica il ritorno a colloqui diretti fra Ucraina e Russia dopo i tavoli separati con gli Stati Uniti in Arabia Saudita.

«Se non viene è la prova definitiva che non vuole porre fine alla guerra», ha spiegato ancora ieri sera Zelensky sfidando direttamente Putin il quale ora rischia di trovare la netta opposizione degli USA di Trump che molto puntava su questi negoziati (per i quali aveva anche preannunciato di volersi presentare durante il suo viaggio in Medio Oriente qualora vi fossero stati entrambi i presidenti in guerra).

Stop al riarmo ucraino e fine dell’alleanza NATO: questo chiedeva la Russia nel 2022 con sempre Medinsky come capo dei negoziati. Da quel momento in poi ogni comunicazione si è bloccata e ora probabilmente si ripartirà da quelle richieste: certo, la presenza di delegazioni non di prim’ordine complica i piani, anche se resta comunque positivo il ritorno in Turchia di un confronto diretto.

COSA HA DETTO TRUMP (NON SOLO SULL’IRAN) E COSA POTREBBE ANCORA FARE PER I NEGOZIATI DI PACE IN TURCHIA

Senza Putin, giocoforza, neanche Trump si presenterà in Turchia salvo sorprese dell’ultimo minuto: così anche Zelensky, incontrerà molto probabilmente Erdogan ma non si presenterà ai negoziati che rimarranno tra le delegazioni di sherpa e diplomatici. La guerra Ucraina-Russia intanto prosegue e l’ipotesi di una tregua che si era fatta avanti con gli Stati Uniti resta ancora ferma allo scetticismo russo nell’accettare un immediato cessate il fuoco: l’UE continua nell’approvare nuove sanzioni contro la Russia, chiedendo che anche gli USA seguano il medesimo esempio come del resto aveva già minacciato Trump nel tentare di convincere Putin a recarsi ad Istanbul.

Il Presidente americano si trova in Qatar dopo aver siglato importanti accordi con l’Arabia Saudita e la Siria del “nuovo corso” di Al Sharaa: mentre in un meeting a Doha Trump parlava di un accordo sul nucleare con l’Iran ormai sempre più prossimo (con la risposta di Teheran immediata, «ok accordo ma via le sanzioni americane»), annunciava anche la possibile presenza in Turchia qualora Putin e Zelensky si fossero trovati allo stesso tavolo per i colloqui di pace. Così non avverrà, salvo sorprese, anche se lo stesso tycoon ha detto in Qatar che se i colloqui in corso in Turchia dovessero procedere in maniera positiva allora si recherebbe domani in giornata per una visita lampo a Istanbul.

Che siano sanzioni o ulteriori passi avanti per la tregua, tutto dipenderà o quasi dalle prossime mosse di Mosca: i colloqui con l’Ucraina sono cominciati nel peggiore dei modi senza Putin, ma sono cominciati e questo è l’unica ancora di “speranza” per una cessate il fuoco che ieri anche il nuovo Papa Leone XIV ha rinnovato nell’appello e nella proposta di mediazione direttamente in Vaticano, con il cardinale Parolin che ha lodato l’iniziativa americana e turca di voler portare Ucraina e Russia al tavolo delle trattative. Intanto è atteso in giornata in Turchia il segretario di Stato Marco Rubio, di fatto il n.3 americano per far capire l’interesse altissimo di Trump nel condurre in porto la tregua.

Tags: Vladimir PutinErdoganVolodymyr ZelenskyDonald Trump

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