La guerra tra Ucraina e Russia vede Kiev in difficoltà, con la controffensiva che secondo le ultime notizie si è arrestata in virtù della mancanza di armi. L’esercito, dopo Avdiivka, roccaforte nel Donetsk, ha paura di perdere altre città chiave nel conflitto. È per questo motivo che chiede ulteriori aiuti all’Occidente. Il presidente americano Joe Biden vorrebbe fornire altri 60 miliardi, ma il Congresso lo sta bloccando. È da capire se queste recenti vicissitudini cambieranno le carte in tavola, dato che Mosca si sta intanto rafforzando sulle linee.
Volodymyr Zelensky, in attesa di ricevere nuove armi, ha annunciato di avere stipulato ulteriori accordi di sicurezza e di aiuti militari durante la Conferenza di Monaco. Non è stato reso noto però chi siano i Paesi interessati. In passato c’erano già state delle intese con Regno Unito, Germania e Francia. “Abbiamo tre accordi. Oggi abbiamo avuto conversazioni con diversi altri paesi e ne sono stati concordati molti altri. Al momento non ci sono garanzie di sicurezza da parte degli Stati Uniti: i team stanno lavorando”, ha affermato. Il sostegno all’Ucraina è arrivato intanto anche dal Giappone, che ha espresso la volontà di ospitare una conferenza per la ricostruzione dello Stato dopo la fine della guerra. È un gesto che lancia un messaggio importante alla Cina, alleata della Russia.
GUERRA UCRAINA-RUSSIA, LE ULTIME NOTIZIE DOPO LA MORTE DI ALEXEI NAVALNY
La questione della morte di Alexei Navalny tiene banco mentre la guerra tra Ucraina e Russia va avanti sul campo. Il misterioso decesso dell’oppositore di Vladimir Putin ha smosso le acque in tutto il mondo, con diversi leader che hanno puntato il dito proprio contro il presidente russo. Il corpo del quarantottenne è ancora trattenuto da Mosca in un ospedale e i funzionari negano l’accesso all’obitorio ai familiari della vittima. “Il Comitato investigativo ha detto alla madre e agli avvocati che l’indagine sulla morte di Navalny è stata prolungata e non è noto per quanto tempo durerà”, ha fatto sapere la portavoce del politico, Kira Yarmysh. “La causa della morte è ancora ‘indeterminata’. Mentono, prendono tempo e non lo nascondono nemmeno”.
A tal proposito a prendere posizione è stata la Lituania. “Dobbiamo almeno parlare di sanzioni. L’abbiamo fatto in passato. È un orribile promemoria ma ogni volta che un membro dell’opposizione è stato ucciso in Russia l’Europa ha fatto pacchetti di sanzioni. Ora che sia il minimo che possiamo fare. Poi bisogna chiedere il rilascio del corpo e garantirgli una degna sepoltura, come meritano la sua famiglia e le persone che hanno creduto in lui. È il minimo che possiamo fare”, ha affermato il ministro degli Esteri Gabrielius Landsbergis.