Ciò che vi stiamo raccontando in merito alla vicenda di Guerrina Piscaglia potrebbe tranquillamente essere un caso di “beffa oltre il danno”. Come scrive Il Resto del Carlino stamane, la donna scomparsa l’1 maggio 2014, uccisa da padre Gratien, non è ancora ufficialmente morta per lo stato di conseguenza mancando il certificato di morte, risulta impossibile per i famigliari svolgere tutta una serie di operazioni fra cui l’accesso al conto in banca della defunta. Il corpo di Guerrina Piscaglia non è mai stato ritrovato anche perchè padre Gratien si è sempre dichiarato innocente, di conseguenza per la Repubblica Italiana la donna risulta ancora dispersa.
Per Il Resto Del Carlino si tratta di un “ultimo incredibile capitolo” di questa vicenda avvenuta a Cà Raffaello, in Toscana, lungo il confine con l’Emilia Romagna. Qui la donna viveva con marito e figlio prima di sparire nel nulla e non essere mai più ritrovata. La 49enne uscì di casa per incontrare il frate congolese parroco del paese, Gratiene Alabi, con cui aveva una relazione, per poi non fare più ritorno. “Il frate ci dica la verità”, chiede oggi Mirco Alessandrini, marito della donna.
GUERRINA PISCAGLIA, LA CAUSA ALLA DIOCESI DI AREZZO
La famiglia vuole dare un ultimo saluto a Guerrina e nel contempo darle una degna sepoltura. Intanto marito e figlio hanno chiesto un milione di euro di risarcimento, così come le sorelle, nei confronti della diocesi di Arezzo, visto che secondo l’avvocato Nicola Detti, uno dei due legali che segue la famiglia, le responsabilità della diocesi sono “oggettive”: di fatto, come sostiene l’accusa, vi erano tutti gli elementi per fare in modo che la relazione si interrompesse e quindi che Guerrina Piscaglia non scomparisse “ma la diocesi non ha fatto nulla”.
Nelle prossime settimane arriverà la risposta definitiva del tribunale, nel frattempo si cercherà di sbloccare quel conto che è fermo da undici anni, ma senza il certificato di morte la banca non può dare i soldi ai famigliari. “Contiamo di risolvere questa situazione in tempi brevi”, chiosano i legali.