Guidalberto Bormolini è un tanatologo e amico del compianto Franco Battiato, che ha accompagnato verso la morte. “Battiato si interessava al tema molto prima che la malattia lo colpisse, per lui era un tema di importanza sostanziale” racconta in un’intervista rilasciata a Il Giornale. “La riflessione sulla morte per lui era fondamentale. Quindi quando la sua malattia è peggiorata, come amico, non per semplice servizio, sono stato presente. Franco meditava tantissimo, ha fatto un percorso di assoluta coscienza”.
Guidalberto Bormolini è consacrato e sacerdote nella comunità di meditazione cristiana ‘I Ricostruttori della preghiera’ e descrive la figura di tanatologo come quella di una persona che “studia la morte e il morire come fenomeno umano, cerca di capire come le persone si approcciano alla morte e le accompagna”. E parla di “passaggio fondamentale della cura in quella fase, fase che tutti dovremo affrontare”. Ha accompagnato nell’ultimo viaggio anche altre personalità note come David Sassoli. A Il Giornale ha parlato del suo rapporto con Franco Battiato, ricordando che “quello che lui desiderava comunicare (nella sua produzione artistica, ndr) era che la morte non è il termine della vita ma qualcosa dentro la vita. Spesso riflettevamo sul fatto che noi moriamo infinite volte nel corso della nostra vita”.
Franco Battiato “sentiva che morte non è la fine, si sentiva pronto sul serio”
Guidalberto Bormolini era stato contattato da Franco Battiato “molti anni fa dopo aver letto delle cose che avevo scritto. Siamo diventati amici e ho collaborato con lui per la realizzazione del documentario ‘Attraversando il bardo. Sguardi sull’adilà’” come ha raccontato a Il Giornale. “Il suo era un percorso profondo iniziato sin dalla gioventù” ricorda. E afferma che al momento della morte “si sentiva pronto sul serio, aveva fatto un percorso profondo, rigoroso”.
“Nelle religioni e nelle culture antiche erano presenti moltissimi riti di passaggio che consentivano di elaborare questo mutamento – spiega Guidalberto Bormolini a Il Giornale – rendendo chiaro che anche la morte finale è solo un passaggio ad un livello di vita superiore. Franco questo lo sentiva”. E dedica un affettuoso ricordo al suo amico, nonché artista compianto: “di Franco mi rimarrà il suo distacco dal lusso, dalle cose, la sua umiltà, la sua assoluta mancanza di vanità”.