Si è aperto pochi giorni fa – con un vero e proprio, oltre che inaspettato, boom di domande di partecipazione – il bando nazionale per diventare guide turistiche fortemente voluto dalla ministra Daniela Santanchè ed inserito all’interno della riforma che nel 2023 ha cercato di regolamentare una professione troppo spesso disordinata e vittima di un feroce abusivismo: una riforma – verrebbe da dire oggi – fortemente voluta e ben accolta dato che nell’arco di pochissimi giorni dall’apertura del bando sono state presentate più di 2mila e 500 (con altre 3mila che risultano in via di compilazione) aspiranti guide turistiche.
Prima di soffermarci sui requisiti e sulle modalità di svolgimento della prova, vale la pena ricordare che chiunque voglia partecipare al bando per diventare guide turistiche dovrà essere in possesso di una qualsiasi delle credenziali digitali (i classici SPID e CIE, ma anche CNS ed eIDAS) con cui accedere all’ormai noto portale inPA – lo trovate semplicemente cliccando su queste parole – dove basterà cliccare su ‘Invia la candidatura’ e seguire la semplicissime proceduta guidata entro il 27 febbraio; mentre sarà al contempo necessario possedere anche una PEC (la Posta Elettronica Certificata) o un domicilio digitale sul quale ricevere le comunicazioni.
Come funziona l’esame per diventare guide turistiche e a cosa serve: tutti i requisiti per partecipare al bando
Capito come presentare la domanda per partecipare al bando riservato alle aspiranti guide turistiche, prima che vi precipitiate a compilare la candidatura permetteteci di ricordarvi anche che l’unico effettivo requisito che dovrete rispettare (tolti i consueti 18 anni compiuti, l’assenza di condanne o pendenze penali, il godimento dei pieni diritti civili e politici e l’essere cittadini italiani o europei) è quello di possedere un qualsiasi titolo di istruzione secondaria di secondo livello; o – più semplicemente – una laurea triennale, magistrale, specialistica o titoli analoghi.
I candidati che avranno presentato la domanda per diventare guide turistiche – poi – dovranno solamente più sottoporsi a tre differenti prove: si partirà con uno scritto a risposte multiple su storia dell’arte, geografia, storia, archeologia, diritto del turismo e materie analoghe legate ai beni culturali, per poi passare – solamente chi avrà ottenuto almeno 25 punti – ad un orale che includerà domande sulle stesse materie elencate prima e sulle conoscenze delle lingue straniere; mentre infine chi avrà ottenuto almeno 25 punti nello scritto ed altrettanti nell’orale potrà passare all’ultima fase in cui dovrà simulare una visita guidata (sia in italiano che nella lingua straniera scelta dallo stesso candidato) in una località selezionata a caso quello stesso giorno.
Il superamento di tutte e tre le prove – con punteggi minimi di 25 ognuna e comunque a discrezione della commissione esaminatrice – permetterà alle aspiranti guide turistiche di iscriversi all’albo professionale che è stato recentemente istituito (nazionalizzando quelli regionali che esistevano prima del 2023) dal Ministero del Turismo e che funziona come certificazione delle competenze minime per svolgere la professione.