Israele scopre documenti su un accordo tra Hamas e Al Jazera sulle notizie di guerra da Gaza, funzionari decidevano le informazioni da pubblicare
Le notizie di Al Jazeera sulla guerra a Gaza sono controllate da Hamas, lo rivela il Jerusam Post che ha pubblicato i documenti che provano un coordinamento consensuale tra gli uffici del colosso dell’informazione sul mondo arabo con sede a Doha in Qatar e il gruppo terroristico. La scoperta è stata fatta dal Meir Amit Intelligence and Terrorism Information Center di Israele che ha condotto una ricerca approfondita per provare che la maggior parte della copertura mediatica fatta durante le operazioni militari nella Striscia, era parte di un programma ben preciso che prevedeva istruzioni sui termini da usare e sulla linea editoriale.
Un piano mirato per screditare il più possibile l’esercito israeliano ed evitare di danneggiare l’immagine dei miliziani che dovevano apparire come “martiri della resistenza“. Tra le direttive imposte dall’organizzazione ai giornalisti, c’era in particolare quella del rispetto della narrativa proposta da Hamas, definendo ogni attacco come un “massacro di civili da parte delle forze di occupazione” e senza alcuna possibilità di contraddizione, anche con divieto di intervistare dissidenti palestinesi.

Accordo tra Hamas e Al Jazeera sulle notizie di guerra da pubblicare: “Divieto di screditare l’immagine dell’organizzazione”
L’accordo tra Hamas e Al Jazeera sulla copertura delle notizie di guerra, diffuse poi a livello internazionale, come mostrano i documenti scoperti dal centro anti terrorismo israeliano, prevedeva un monopolio delle informazioni, riservate solo a certi reporter che avevano ordine di non screditare l’immagine dell’organizzazione. Tra le prove rinvenute, ci sono inoltre le conferme sui terroristi mascherati da giornalisti per poter accedere ad aree riservate come tunnel e zone di combattimento e dettare istruzioni in tempo reale restando sempre in contatto con i membri del gruppo armato che decidevano cosa far pubblicare e cosa sottoporre a censura.
Molti di questi, tra coloro che sono poi rimasti uccisi negli attacchi, erano già stati identificati dall’Idf come appartenenti all’ala militare di Hamas, risultando già schedati per aver partecipato agli attacchi del 7 ottobre e per aver documentato in prima persona i fatti accaduti. Il Jerusalem Post ricorda tra gli altri, Anas al-Sharif, definito dai media un “martire innocente” che però era nell’elenco dei ricercati per aver prestato servizio come militante e capo squadra nell’unità di fuoco Talul-Melag. Così come Talal Mahmoud Abdel Rahman Al-Arouki, rimasto ferito a Nuseirat nel 2024, che aveva il tesserino di giornalista di Al Jazeera, ma era già stato identificato dall’esercito come comandante di gruppo con il grado di capitano nella Brigata di Gerusalemme.
