Hamas ha organizzato campi per bambini soldato, lo confermano anche rapporti di Onu e Amnesty International. Insegnando loro. L'odio e l'uso delle armi
Eccoci qua: oggi parliamo di disinformazione. Di quel veleno che sull’onda dei like arroventa gli algoritmi dei social e che secondo i tecnici viaggia in rete sei volte più veloce della verità. Lo sapeva bene Gustav le Bon, il sociologo che ha insegnato la psicologia delle folle ai dittatori del XX secolo. Hitler, Stalin, Mussolini. Colui che affermava che “ne convince più la fede che la ragione”. Partiamo da questa base perché nel mese di settembre durante una nota trasmissione televisiva un opinionista della guerra israelo-palestinese aveva chiesto con veemenza conto a un esponente ebreo di 65.000 civili di cui 20.000 bambini gazawi uccisi. Ricevette, per risposta, una domanda: “Definisci bambino…”
Non è tutta una provocazione: 65.000 morti, quanti bambini…e soprattutto quanti bambini-soldato? Che peso ha nella questione la spropositata pressione militare di Israele su Gaza? I resistenti di Hamas addestrano bambini come combattenti anche suicidi, anche con armi da fuoco e cinture esplosive, gestendo campi militari per oltre 10.000 bambini l’anno, Campi dove si insegna l’ideologia e l’uso delle armi. Signori è incredibile! Invece è vero.
Scritto nero su bianco; in rapporti ufficiali di organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite (ONU) e Amnesty International. Questi documenti affermano l’uso di minori attraverso campi estivi di Hamas che includono addestramento, indottrinamento jihadista e simulazioni di attacchi, spesso con enfasi su “martirio” e operazioni suicide. I numeri variano, ma fino a 100.000 bambini, distribuiti in 500 siti hanno partecipato annualmente ai campi di Hamas e Jihad Islamica palestinese. La Fonte Principale è Hamas stesso; secondo un articolo del luglio 2010, dell’autorevole quotidiano britannico The Guardian. Numeri confermati anche dall’ Intelligence israeliana.

Ecco le altre fonti verificabili, con protocolli e dati di fatto per il fact checking. Il Rapporto ONU A/HRC/46/NGO/42 del 2021: bambini in uniforme, indottrinati al jihad, con tanto di riferimenti a “far esplodere i nemici”. Il più recente, A/79/878-S/2025/247 (2025), parla di 8.554 violazioni gravi contro bambini a Gaza. Il rapporto accusa anche Israele attribuendogli circa l’ 85% delle violazioni, ma include nel restante circa 15% il reclutamento e uso di minori da parte di Hamas.
E si continua con l’A/78/842-S/2024/384 (2024), dove si implora di cessare l’uso militare delle scuole pubbliche. Perfino Amnesty, nel lontano 2004, denunciava l’uso di ragazzini, anche dagli 11 ai 15 anni, per trasportare esplosivi o partecipare ad attacchi suicidi. Fonti primarie, non chiacchiere da bar; niente articoli giornalistici o think tank secondari non direttamente verificabili come rapporti indipendenti.
Io ricordo i campi estivi dell’Agesci frequentati dai miei figli; momenti di gioia e scoperta della vita tra le colline toscane. E con dolore immagino i bimbi gazawi esposti alla furia ideologica. Invece di giocare a palla scout i bambini sono incoraggiati a vedere la morte come un onore. Questi rapporti ufficiali scuotono la narrativa della resistenza palestinese, rivelando lati oscuri. Ci dicono che Hamas organizza ogni anno campi estivi paramilitari ed estorce l’infanzia a migliaia di minori. Vengono descritte persino parate finali dove i bambini, in uniforme, mostrano le loro “abilità” davanti a folle entusiaste. Un’ostentazione macabra.
Hamas stesso pubblicizza questi campi con video e immagini. È propaganda, certo, ma anche una tragica realtà. Non tutti i partecipanti diventano combattenti, ma l’impatto psicologico è devastante: crescere con un fucile in mano e l’idea che morire sia un traguardo non è un gioco, è un crimine. Noi siamo uomini del dubbio. Circa 20 mila sono i bimbi che hanno frequentato i campi di Hamas nei due anni di guerra. Secondo Hamas l’IDF ha ucciso circa 20 mila bimbi nello stesso periodo.
I numeri non sono sovrapponibili ma una domanda…quanti di questi erano bambini-soldato? Ma usciamo dalla cronaca, dietro i numeri ci sono le vite. Ora si che il mondo dovrebbe puntare gli occhi su Gaza, senza reticenze né ipocrisie: politiche o ideologiche. Questi bambini, come i miei figli e i miei nipoti, meritano di più: meritano estati vere, non guerre travestite da campi estivi.
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