Hamas voleva affossare l’accordo tra Israele e Arabia Saudita con l’attacco del 7 ottobre: a rivelarne le ragioni sono documenti interni del gruppo islamista palestinese, trovati a Gaza dall’esercito israeliano in un tunnel sotto l’enclave ed esaminati dal Wall Street Journal.
Documenti la cui autenticità sarebbe stata confermata da funzionari dell’intelligence araba, a conoscenza di Hamas e dei suoi archivi. Il leader del gruppo, Yahya Sinwar, avrebbe voluto sabotare la normalizzazione dei rapporti tra Israele e Arabia Saudita — mediati dagli Stati Uniti — poiché temeva che un accordo di pace tra i due Paesi avrebbe marginalizzato la causa palestinese in Medio Oriente.
LA RIUNIONE SEGRETA DI POCHI GIORNI PRIMA
Il 2 ottobre 2023, pochi giorni prima dell’attacco, si sarebbe tenuta una riunione segreta durante la quale Sinwar avrebbe affermato che era il momento di compiere “un atto straordinario”, pianificato da due anni per dare uno “scossone strategico” alla regione e far fallire i negoziati di pace.
Il verbale della riunione, svoltasi nell’ufficio politico di Hamas, riporta le parole di Sinwar sui progressi significativi nei colloqui tra i due Paesi. Secondo lui, l’accordo avrebbe convinto altri Paesi arabi e islamici a fare lo stesso. Per Sinwar e per il gruppo palestinese, ciò era inaccettabile: era quindi giunto il momento di scatenare l’attacco.
HAMAS ED HEZBOLLAH SAPEVANO DEL PIANO?
I documenti, oltre a mostrare la consapevolezza di Hamas sulle conseguenze dell’azione, riferiscono che Iran ed Hezbollah erano informati del piano e lo avevano sostenuto con armi, addestramento e finanziamenti. Tuttavia, avevano chiarito di non voler uno scontro diretto con Israele.
Altri funzionari di Hamas e Hezbollah, invece, smentiscono, sostenendo che i dettagli dell’attacco — inclusi la portata e la data — erano stati tenuti strettamente riservati dall’ala militare di Hamas a Gaza.
LE PREOCCUPAZIONI DI HAMAS DAL 2022
Esistono documenti risalenti al 2022 da cui emerge che Hamas nutriva da tempo preoccupazioni riguardo alla possibile normalizzazione dei rapporti tra Israele e i Paesi arabi, e intendeva contrastare attivamente questo processo anche attraverso campagne politiche e diplomatiche nel mondo arabo.
Un briefing interno, contrassegnato come “segreto” e redatto dai vertici militari di Hamas nell’agosto di quell’anno, concludeva: “È diventato dovere del movimento riposizionarsi per… preservare la sopravvivenza della causa palestinese di fronte all’ampia ondata di normalizzazione da parte dei Paesi arabi, che mira principalmente a liquidare la causa palestinese”.
Tra gli altri documenti interni di Hamas, rinvenuti dalle forze israeliane e analizzati dal Wall Street Journal, figura anche un rapporto del settembre 2023 che raccomandava di intensificare il conflitto in Cisgiordania e a Gerusalemme per ostacolare ulteriormente la normalizzazione tra Arabia Saudita e Israele.