La storia vera di Henri Charrière, scrittore francese, ha ispirato il film del 2017 Papillon (e l’omonimo biopic del 1973), in programma nella prima serata di oggi su Rai3. Charrière veniva soprannominato proprio Papillon per via di una farfalla tatuata sul petto. Il 7 aprile del 1930 Henri fu arrestato e successivamente condannato all’ergastolo e ai lavori forzati nel carcere della Guyana francese con l’accusa di omicidio. Un’accusa gravissima rispetto alla quale lo scrittore si è sempre dichiarato innocente. Per questo ha tentato più volte di scappare fino a mettere a punto la sua fuga definitiva riuscendo a raggiungere Caracas, in Venezuela, solo nel 1945 dopo svariati tentativi. Prima di diventare un film (nella pellicola originale Pillon era interpretato da Steve McQueen mentre nel remake da Charlie Hunnam), la storia di Henri Charrière fu contenuta in un romanzo autobiografico dello stesso scrittore, pubblicato nel 1969 e nel quale sono contenute tutte le condizioni disumane alle quali fu sottoposto nel corso della sua dolorosa prigionia nelle colonie carcerarie della Guyana francese.
HENRI CHARRIÈRE, LA STORIA VERA CHE ISPIRÒ IL FILM PAPILLON
Nato nel 1906 a Saint-Étienne-de-Luggdarès in Ardèche in Francia, Henri Charrière era figlio di una famiglia di insegnanti. All’età di 11 anni rimase orfano di madre. Nel 1925 si arruolò nella marina francese ma dopo due anni di servizio si fece riformare dopo la mutilazione di un pollice. Due anni dopo si trasferì a Parigi dove insieme a Georgette Jeanne Fourel detta “Nénette”, sua futura moglie, visse come malvivente. Il 1930 fu l’anno della svolta: il 26 marzo di quell’anno un uomo, Roland Legrand, macellaio nonché protettore di prostitute fu ucciso con un colpo di pistola e poco prima di morire fece il nome del suo presunto omicida, “Papillon Roger”. Il 26 ottobre dell’anno seguente fu arrestato per l’omicidio e condannato ai lavori forzati per tutta la vita. Dal carcere della Guyana francese tentò diverse volte la fuga fallendo ogni volta e compromettendo ulteriormente la sua posizione. Finse persino di essere malato di demenza fino alla sua ultima decisiva evasione che lo portò fino in Venezuela. Qui fu condotto nel carcere di El Dorado dove “Papillon” si rese conto della differenza di trattamento dei detenuti. Rilasciato il 18 ottobre del 1945, lo scrittore si trasferì a Caracas dove cambiò vita sposando una donna del posto ed aprendo un ristorante, poi andato distrutto in seguito ad un terribile terremoto. In seguito a ciò scrisse la sua autobiografia di successo nella quale rese nota la terribile esperienza della prigionia nella Guyana francese. Dopo aver ottenuto la grazia nel 1970 si trasferì in Spagna dove morì il 29 luglio 1973 a Madrid dopo un tumore alla gola.