RIVOLUZIONE INTERNET/ D’ora in poi dopo il punto gli indirizzi web avranno qualsiasi parola
L’Icann, la società che assegna nomi e numeri identificativi sulla rete, allenterà le rigide regole fino in uso. D’ora in poi gli indirizzi internet finiranno con qualsiasi parola in qualsiasi lingua. Dopo il punto non più solo “it” o “net” o “com”. E’ di oggi l’annuncio della rivoluzione.

Certamente è una rivoluzione. Quel che è meno certo è se sia positiva. Si tratta della decisione della Icann, la società che assegna nomi e numeri identificativi sul web, di liberalizzare i domini. Finora, secondo le rigide regole della Icann, erano permessi solo domini legati ai nomi dei paesi (.it, .uk), al commercio (.com) e alle organizzazioni (.org, .net). A partire dal 2009, invece, gli indirizzi internet potranno finire dopo il punto con qualsiasi parole di qualsiasi lingua al mondo, per esempio .pastafresca, .acunamatata, .mylove e via dicendo. Inoltre, le grandi città come Roma, Milano, New York, e i grandi gruppi economici avranno una loro sigla. L’annuncio è stato dato oggi a Parigi nel corso della 32esima riunione dell’organizzazione.
Mentre lo stock attuale, che utilizza il protocollo Ipv4, dovrebbe esaurirsi tra il 2010 e il 2011, la diversificazione di lettere e caratteri fino all’infinito sarà attuata con l’entrata in vigore di una nuova generazione di indirizzi (Ipv6), che porterà ad una crescita staordinaria del numero di indirizzi. Cosa più che vantaggiosa per la Icann che, grazie a questa rivoluzione di rete, avrà un ampio ritorno in termini di profitto visto che su ogni registrazione la società incassa una percentuale.
Un cambiamento davvero significativo ma se per l’amministratore delegato della compagnia, Paul Twomwey, la liberalizzazione è positiva per il fatto di «consentire a comunità e soggetti commerciali di esprimere le proprie identità online», per altri rischia solamente di dare vita a una grande confusione. Basti pensare ad esempio cosa può significare avere più domini che indicano settori di servizi, come quello bancario, o la possibilità di falsificare i marchi online. Come farà la Icann ad impedire l’accaparramento di false estensioni web?
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