Non può che affascinare il nuovo Vaio P di Sony, il mini netbook presentato dall’azienda nipponica al CES di Las Vegas. Un notebook per pochi, visto che il modello Vaio P19VN/Q costa 1.499 euro. Esiste però anche un secondo modello, il Vaio 11Z/R/G/Q/W (l’ultima lettera cambia in funzione al colore dello chassis), che costa “solo” 999 euro. La differenza fra i due nuovi prodotti Sony si riduce a pochi elementi: la colorazione, che nel modello P19 è rigorosamente nera, mentre negli altri modelli passa dal rosso al verde per attirare utenti del mondo consumer; il sistema operativo, che nel Vaio P19 è Vista Business, mentre per tutti gli altri è Vista Home Premium, la velocità di clock della CPU, che in entrambi i casi è della famiglia Atom, ma per il Vaio P19 è lo Z530 a 1,6 GHz, mentre per gli altri è lo Z520 il disco fisso a 1,33 GHz, e il disco fisso: SSD da 128 GB per il modello P19, tradizionale (meccanico) da 60 GB per la serie consumer.
Elemento nuovo degno di nota è la CPU: lo Z530 è un componente della famiglia Silverthorne, e garantisce prestazioni inferiori ai più comuni N270 in virtù di pari frequenza di clock, ma di un bus che funziona a 133 MHz. Ma il TDP di soli 2 watt e il consumo complessivo massimo di 4,3 watt sono i due dati che hanno spinto Sony a optare per questa scelta, che senza dubbio ha favorito la durata dell’autonomia, di circa 3 ore, ben al di sopra della media.
Altro fiore all’occhiello, dopo la batteria, è sicuramente il design. Ha una forma allungata che compone un rettangolo largo 24,4 centimetri e profondo 11,8 centimetri: forma insolita che lascia presagire un display molto più basso e largo di quelli convenzionali. A questo si aggiunge uno spessore uniforme di 2,1 centimetri, adatto a essere trasportato con facilità; anche il peso rientra perfettamente nel quadro appena descritto: 620 grammi batteria inclusa. La linea è pulita, realizzata in lega di magnesio rivestita con trattamento lucido colorato antigraffio. L’interno è dominato dall’argento opaco, la tastiera si sviluppa in orizzontale, con i tasti che emergono singolarmente dalla superficie intagliata attorno a ciascuno, lasciando più spazio per la battitura. L’ampio spazio riservato alla tastiera ha portato a escludere il touch pad e inserire al suo posto un trackpoint, particolarmente sofisticato, dato che non richiede nemmeno l’uso del tasto sinistro di selezione: sfiorarlo verticalmente per due volte consecutive corrisponde al doppio clic. La sensibilità di questo strumento è tale da spiazzare al primo impatto, ma basta una giornata d’uso per prendere abitudine e riuscire a controllare con nonchalance il cursore a video.
Qualche problema invece col display. La forma allungata non disturba in alcun modo la visualizzazione dei contenuti, anche se in molti casi non se ne sfrutta del tutto l’ampiezza. In compenso, con un foglio di calcolo di Excel si ha un guadagno notevole in fatto di colonne visualizzabili per schermata. Inutile dire che la resa dei colori è eccellente, così come l’ampiezza dell’angolo di visualizzazione. Il problema di questo display glare da 8 pollici, realizzato con tecnologia proprietaria X-Black e retroilluminato a LED è la risoluzione pazzesca di 1.600×768 punti, che riproduce caratteri e icone talmente miniaturizzati da mettere in seria difficoltà le viste più acute. Impostare i caratteri a 120 dpi anziché ai 96 dpi standard (impostazione “Dimensione ingrandita” nel Pannello di controllo di Windows) serve a poco.
La connettività, come in tutti i netbook, è ristretta all’indispensabile: sul lato sinistro figurano un connettore USB, la presa per l’alimentazione e il jack per la cuffia, che è inclusa nella dotazione standard. A sinistra ci sono, invece, un secondo e ultimo connettore USB e una porta proprietaria alla quale si collega il replicatore di porte in dotazione. Quest’ultimo è un piccolo capolavoro di stile e miniaturizzazione: un parallelepipedo che misura 8,3x3x3,6 centimetri (LxAxP) e che fornisce le due porte che non hanno potuto trovare spazio sul Vaio P per lo spessore ridotto della base: la VGA e la presa Ethernet. A completare la connettività, sul pannello frontale figurano lo swich per attivare e spegnere il wireless, il pulsante di accensione e i LED di stato del disco fisso e della batteria, oltre ai due vani per le schede nei formati SD, MS, MS Pro e MS Duo. Immancabili le interfacce wireless Wi-Fi e Bluetooth, affiancate dal sensore GPS integrato.
Il Vaio P è il primo notebook di Sony a predisporre l’interfaccia XMB, acronimo di Xross Media Bar, ben nota agli appassionati di videogiochi e home entertainment. L’XMB è infatti un’interfaccia proprietaria implementata da Sony sulle console di gioco PlayStation 3 e PSP e sugli ultimi modelli di TV Bravia. Consiste in una modalità di avvio rapido che esclude il sistema operativo Microsoft e carica al suo posto una routine Linux. Da qui, nel giro di una decina di secondi, si può accedere alla stragrande maggioranza dei contenuti per i quali si utilizza un netbook. Si possono sfogliare i contenuti multimediali del disco fisso, come fotografie, filmati e musica, e riprodurli. Ma, soprattutto, si può avviare la navigazione rapida in Internet mediante una versione customizzata di Mozilla Firefox 2, Pidgin per la messaggistica istantanea e Skype per le videochiamate.
Oltre alla sopraccitata CPU, ci sono 1 GB di memoria non ulteriormente espandibile, disco fisso SSD da 128 GB, grafica integrata Intel Graphics Media Accelerator 500, che non supporta Aero e quindi porta il sistema operativo a utilizzare forzatamente la visualizzazione Windows Vista Basic. Questa modalità forzata in realtà è un vantaggio perché consente di alleggerire il sistema.
In definitiva, il Vaio P, nonostante la presenza di Windows Vista, è da considerarsi un netbook a tutti gli effetti sia per la configurazione hardware predisposta dal produttore, sia per il form factor, sia per le prestazioni e le possibilità d’uso.