GOOGLE STORE/ Il primo ha aperto a Londra. Servirà per “testare” i Chromebook
Oggi apre a Londra il primo “Google Store”. In realtà non si tratta di un vero è proprio negozio, bensì di un’area di 26 metri quadri, chiamata Chrome zone, dove sono esposti i Chromeook

Oggi apre a Londra il primo “Google Store”. In realtà non si tratta di un vero è proprio negozio, bensì di un’area di 26 metri quadri, chiamata Chrome zone,data in concessione ai dipendenti di Mountain View dalla catena PC World all’interno dell’omonimo superstore di Tottenham Court Road. Nonostante le dimensioni da “piccolo chiosco” la notizia fa il giro del mondo suscitando entusiasmo ma anche preoccupazione per il timore che il gigante indiscusso del web possa apprestarsi a conquistare anche il mondo fisico. Chiaramente ora è troppo presto per parlare di concorrenza ad Apple e Microsoft Store e a dirlo è lo stesso Arvin Desikan, responsabile del settore marketing di Google UK, dichiarando: “Questa è la nostra prima incursione in un negozio al dettaglio fisico. È un nuovo settore per noi, ancora poco maturo ed in via di sviluppo”. In effetti gli unici oggetti in esposizione nella colorata Chrome zone sono i chromebooks, notebook dotati del nuovo sistema operativo chrome. L’idea rivoluzionaria che si cela dietro questo nuovo SO è quella di far fruire il software e i dati personali dell’utente direttamente dalla e sulla rete sfruttando la nuova tecnologia del Cloud Computing. Il nuovo dispositivo si avvia in 8 secondi e consente di caricare velocemente i siti internet grazie alla più moderna versione di Adobe Flash. Chromebook è stato progettato per poter diventare sempre più veloce, nel tempo, grazie agli aggiornamenti. Sarà possibile connettersi ovunque grazie alle tecnologie Wi-Fi e 3G. Il vantaggio conseguito grazie al Cloud Computing consisterebbe nel minor rischio di una perdita dati in seguito ad un danneggiamento fisico del pc ma ci si chiede se gli utenti siano pronti a riversare nella rete l’intero archivio dei loro hard disk, mettendo così a repentaglio la loro privacy. Forse è per questo che la Google Inc. si è sentita in dovere di adottare una nuova strategia di marketing “Dopo un’attenta ricerca, abbiamo notato che, quando le persone provano e giocano con un dispositivo, riescono a capire la vera esperienza di utilizzo di un Chromebooks. Le persone potranno entrare liberamente nei nostri negozi ed utilizzare tutti i dispositivi. Vogliamo far capire alle persone cosa sono questi dispositivi e in cosa possono tornare utili”.
Certo sarebbe davvero curioso se per far apprendere l’affidabilità del virtuale – che, oltre alla memoria, eliminerebbe dal dispositivo fisico gli stessi programmi – si debba necessariamente ritornare al vecchio rapporto faccia a faccia fra cliente e commesso.
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