A seguito della denuncia fatta da Dylan McKay, un utente neozelandese il cui tweet a proposito della indebita registrazione dei dati da parte di Facebook su quei dispositivi che montano un sistema operativo Android è letteralmente diventato virale, arrivano conferme anche da parte di Ars Technica, noto portale dedicato al mondo delle nuove tecnologie e dei social. In un report, infatti, si conferma come questa registrazione dei dati vada avanti da anni, tanto che per ogni utente sarebbero noti metadati sensibili quali le persone che sono state chiamate, il numero e la durata delle conversazioni e anche gli stessi numeri di telefono degli utenti contattati. Come è noto, Facebook ha spiegato che tale “raccolta” è stata introdotta due anni fa e che si tratta di una scelta facoltativa: in pratica, secondo i responsabili del social network, all’atto dell’iscrizione a Facebook Lite o a Messenger per Android si può spuntare una opzione per l’aggiornamento costante dei contatti, di sms e della cronologia delle telefonate ma, secondo quanto appurato dagli stessi esperti di Ars Technica, vi sarebbero delle evidenti contraddizioni tra quanto comunicato da Facebook nel suo post esplicativo e quella che è la realtà dei fatti: vi sono infatti casi di utenti che, in base a quella cronologia, non hanno mai installato Messenger e quindi resta il quesito su come sia stata effettuata quella “raccolta” dei dati. (agg. di R. G. Flore)
SOTTO ACCUSA LE APP DI FACEBOOK LITE E MESSENGER
Dopo la denuncia, nello scorso week end, dell’utente neozelandese Dylan McKay sulla registrazione dei dati degli utenti attraverso alcuni smartphone Android da parte di Facebook, è arrivata la risposta del colosso dei social network, che ha annunciato che tale memorizzazione avviene solo per due app, in particolare Messenger e Facebook Lite, e solo dopo aver richiesto il consenso degli utenti. Di conseguenza, tale pratica non sarebbe illegale, dal momento che, così come si legge nel comunicato trasmesso dall’azienda di Zuckerberg, con il download dell’applicazione e la conseguente approvazione alla registrazione di chiamate e messaggini di testo, l’utente accetta di condividere con il colosso tutto traffico effettuato dal suo dispositivo. È bene inoltre sottolineare, così come riporta Alessio Lana per “IlCorriere.it”, che tutto ciò è valido soltanto per i dispositivi Android, mentre il sistema di registrazione dati non interesserebbe gli utenti iOS, iPhone e iPad. (Agg. di Fabiola Iuliano)
LO SCANDALO SI ALLARGA DOPO CAMBRIDGE ANALYTICA
Facebook continua ad essere travolta dallo scandalo, ora spunta anche una nuova notizia legata alla raccolta di dati su sms e telefonate tramite Android. Ad accorgersene sono stati direttamente i consumatori che hanno chiesto in toto l’archiviazione dei dati. Al centro di questo scandalo non dovrebbero essere coinvolti invece gli iPhone che rimarrebbero fuori dalla situazione in questione. Continuano le fortissime pressioni nei confronti di Facebook che quindi viene costretto a confessare di raccogliere dati su telefonate e Sms senza dare una spiegazione come spiega ilPost.it. L’utenza si è accorta dopo aver scaricato la copia personale di dati di avere all’interno di questa una specifica con tutte le telefonate effettuate compresi nomi, numeri e addirittura l’orario di inizio e di termine delle comunicazioni. Tutti sanno infatti che Messenger una volta installato si propone di essere anche il sistema predefinito per inviare e ricevere gli sms. In più c’è da aggiungere che senza Messenger non si può comunicare dallo smartphone su Facebook.
Downloaded my facebook data as a ZIP file
Somehow it has my entire call history with my partner’s mum pic.twitter.com/CIRUguf4vD
— Dylan McKay (@dylanmckaynz) 21 marzo 2018
LA CAMPAGNA #DELETEFACEBOOK
È ormai notizia di diversi giorni fa quella della campagna #DeleteFacebook lanciata dal cofondatore di Whatsapp Brian Acton. Lo scandalo che aveva coinvolto Cambridge Analytica si espande a macchia d’olio e rende tutto molto complicato. Le accuse erano quelle di trafugare notizie e informazioni private per andare a influire sull’andamento politico delle elezioni. Uno scandalo che aveva poi coinvolto tutto il paese con personaggi noti che avevano deciso di cancellarsi da Facebook. Tra questi c’era Elon Musk pronto a cancellare le pagine di Tesla e SpaceX che contavano addirittura milioni e milioni di follower. Una situazione che ovviamente ha chiamato in causa Mark Zuckerberg che ha deciso di alzare le mani in una clamorosa ammissione di colpa e ha promesso di impegnarsi con la sua azienda per tutelare il più possibile la privacy dei suoi utenti e soprattutto per risollevare le sorti dell’azienda finita inevitabilmente in crisi.