Non molti sanno che i produttori delle app che utilizzano Gmail, possono leggere la posta elettronica di milioni di iscritti al servizio. La notizia, pubblicata da Ilpost, è stata rilanciata quest’oggi dal Wall Street Journal, in un articolo dedicato appunto alle applicazioni di Big G e a questa particolare “abitudine”. Oltre all’app Gmail, vi sono una serie di applicazioni non create da Google che possono essere utilizzare per leggere la posta, gestire il calendario o la lista dei contatti, ecc ecc, e che prima di essere utilizzate chiedono all’utente di dare il proprio consenso circa la raccolta dei dati. Il problema è che non è sempre ben chiaro come i dati degli stessi vengano utilizzati.
UN NUOVO CASO CAMBRIDGE ANALYTICA?
Il Wall Street Journal ha quindi parlato con Return Path ed Edison Software, che producono app per leggere Gmail, e che hanno confermato di aver avuto l’accesso a migliaia di account. Google ha spiegato che gli sviluppatori di tali app hanno l’obbligo di chiedere un consenso esplicito ai propri utenti prima di tale pratica, ma spesso e volentieri le modalità di utilizzo degli stessi dati sono nascosti in vari documenti che praticamente nessuno legge. Un caso che sembra ricordare in parte quanto accaduto con Facebook e Cambridge Analytica, con il noto social che ha fornito i dati dei suoi utenti a terzi con troppa leggerezza.