Ha allattato una bambina credendo fosse sua figlia appena nata, ma in realtà a mettere al mondo la creatura che cingeva al suo seno era stata un’altra donna: per questo, una mamma della Lombardia ha rimediato un grave trauma e ha deciso, insieme al marito, di sporgere denuncia contro la Fondazione Poliambulanza di Brescia, con annessa istanza di risarcimento danni. L’episodio risale al mese di ottobre 2021, ma la madre non si è ancora ripresa e fatica a stabilire un legame con la sua vera figlia, dato che non è stata la prima neonata che ha coccolato e alla quale ha dato il proprio latte.
A ricostruire lo scenario è stata la diretta interessata ai microfoni del quotidiano “Il Giorno”: “Ho partorito all’1.55 e sono stata in sala parto perché non erano disponibili posti letto e dovevano aspettare il tampone per il Covid-19. La mattina seguente ho chiesto della bambina e mi hanno risposto che era nel reparto di patologia neonatale e che dopo qualche ora avrei potuto vederla. Quando è arrivato l’esito del tampone, ho domandato di poter prendere la piccola al nido e così mi hanno consegnato la mia presunta figlia. Quando mi è stata data erano presenti una dottoressa e un’infermiera. Mi hanno lasciato una culla, che riportava il nome di mia figlia. La bambina indossava gli abiti da me forniti”.
“HO ALLATTATO UNA BAMBINA CREDENDO CHE FOSSE MIA FIGLIA, MA POI MIO MARITO HA NOTATO CHE…”
Da quel momento, la mamma ha allattato la bambina che le era stata data, concedendole le prime attenzioni e inviando le sue istantanee a tutti i parenti attraverso il proprio smartphone. L’idillio di quel momento è stato tuttavia interrotto dal marito: “La bambina a me affidata non aveva il braccialetto al polso – ha asserito la donna a ‘Il Giorno’ –, lo abbiamo trovato nella culla. La cosa che ci ha ulteriormente insospettito è che su di esso c’era il nome di un’altra bimba. La piccola che avevo coccolato con amore e dedizione, nutrito e fatto conoscere ai parenti, non era mia figlia”.
A quel punto, l’errore è stato denunciato a medici e infermieri e la neomamma ha potuto abbracciare la sua vera figlia. La Fondazione non ha smentito il fatto e, stando a quanto si è appreso fino a questo momento, l’altra famiglia coinvolta nello scambio in culla non avrebbe presentato denuncia.