Il 18 gennaio 2017 la tragedia all’Hotel Rigopiano
Sono passati 6 anni dalla tragedia all’Hotel Rigopiano di Farindola, vicino a Pescara, in cui persero la vita 29 persone, bloccate all’interno della struttura su cui erano precipitate tonnellate di neve. Avvenuta il 18 gennaio 2017, in occasione del sesto anniversario dalla tragedia, inoltre, si terrà il primo processo per definire le colpe di quel tragico incidente, che forse si sarebbe potuto evitare, o quanto meno intervenire con maggiore tempestività, salvando altre persone.
Il 18 gennaio non fu una giornata semplice per l’Abruzzo, interessato da forti nevicate, accompagnate a scosse di terremoto anche violente. La neve andava avanti da giorni e proprio in quel 18 di gennaio gli ospiti dell’Hotel Rigopiano iniziano a manifestare la volontà di lasciare la struttura. Il problema, però, è che la strada è interrotta e ricoperta di neve e ghiaccio, rendendo pressoché impossibile gestire il traffico. L’ultimo tratto di strada che collega il paese all’Hotel Rigopiano, inoltre, è grosso appena come lo spazzaneve. La neve continua a scendere incessante, tanto da portare la polizia a coordinare il traffico nei paraggi della struttura, per permettere l’arrivo degli ospiti in sicurezza. Quella mattina la neve aveva coperto completamente le macchine parcheggiate, rendendo indistinguibile la strada dal resto del paesaggio.
Hotel Rigopiano: cronaca di una tragedia
Sono le 10:25 del 18 gennaio 2017 quando la tranquillità dell’Hotel Rigopiano, coperto di neve fresca, viene scossa da un terremoto di magnitudo 5.1. Molti iniziano a fare le valigie, fino alle 11:24 quando una seconda scossa diffonde il panico, anche nella vicina Farindola. Alle 11:38 la prima chiamata ai soccorsi, da parte di Gabriele D’Angelo, cameriere dell’albergo, per chiederne l’evacuazione. Lo spazzaneve non arriva, il panico ormai è palpabile e la neve, incessante, continua a scendere.
I dirigenti dell’Hotel Rigopiano decidono di organizzare un pranzo a buffet, raccogliendo tutte le 40 persone presenti nella struttura (tra cui 12 dipendenti e 4 bambini) in una sola stanza. Tutto, improvvisamente tracolla e si fa ancora più complicato, con due nuove violente scosse di terremoto in rapidissima successione. Alle 16:47, poi, la tragedia, una valanga di neve travolge l’Hotel Rigopiano, distruggendo le colonne portati della struttura, che in brevissimo tempo viene sommersa dalla neve. Fabio Salzetta fu il primo ad uscire dalla struttura, incrociando all’esterno Giampiero Parete. I due provano a contattare il 118, senza nessun successo: la linea è intasata e quasi completamente assente. Parete chiama Quintino Marcella, il suo datore di lavoro sull’Isola Felice ed anche lui si unisce alla chiamate al 118, al 112, al 113, non sapeva più chi chiamare. “Non mi credono” è il triste esito delle sue innumerevoli telefonate.
Cosa non andò nei soccorsi all’Hotel Rigopiano
Da quelle 16:47 la situazione all’Hotel Rigopiano è stata disastrosa. Nessuno credeva alle richieste d’aiuto, liquidate come uno scherzo di cattivo gusto. I soccorsi non si mossero prima dalle 19:30, a due ore e mezza dal crollo della struttura. Alle 23, però, non sono ancora arrivati sul luogo, nessuno sa dove siano i soccorsi, o quale sarà il destino delle persone ancora intrappolate sotto le macerie.
In occasione delle valanghe, è noto, il tempo è importantissimo, e i primi soccorsi all’Hotel Rigopiano arrivano alle 4:30 del giorno successivo. Non si sapeva più dove fosse l’albergo, davanti ai soccorritori c’è solamente neve, buio e macerie sparse. Ci vollero 62 ore per estrarre l’ultimo sopravvissuto dall’Hotel Rigopiano, un tempo interminabilmente lungo e difficile per i soccorsi, mentre le ricerche si chiusero ufficialmente solo 5 giorni dopo la tragedia.
Attorno alla valanga dell’Hotel Rigopiano, ovviamente, sono partiti subito gli accertamenti legali del caso. In un primo momento si appurò che, a differenza di quanto sostenuto dalla dirigenza della struttura, la valanga non fu causata dai terremoti, ma fu un distacco naturale. Oggi, a 6 anni dalla tragedia, sta invece per aprirsi il nuovo processo che vede sul banco degli imputati 30 persone (tra cui una società), tutti appartenenti a Regione, Provincia, Comune e Prefettura, accusati a vario titolo di disastro colposo, omicidio e lesioni plurime colpose, falso, depistaggio e abusi edilizi: La pena totale chiesta dall’accusa è di 151 anni e mezzo di reclusione con 4 assoluzioni.