L’adolescenza è la fase della vita cruciale per lo sviluppo dei valori, importanti guide per le azioni, i comportamenti e le esperienze emotive di tutti i giorni. E’ ormai dimostrato che i valori svolgono un ruolo centrale nella vita delle persone: danno forma al concetto che ciascuno ha del proprio sé, indirizzano le azioni e gli atteggiamenti, orientano lo sviluppo personale e le trasformazioni sociali.
Uno dei riferimenti teorici più noti e utilizzati per comprendere di quali valori siano portatori le persone è la teoria della struttura universale dei valori di Schwartz e collaboratori (1992). Quest’autore definisce i valori come “ampi obiettivi comuni a diverse situazioni e tempi […], che fungono da principi guida del comportamento” e, sulla base dei risultati ottenuti in ricerche condotte in oltre sessanta paesi, li ha articolati in dieci dominii motivazionali, riportati nella Tabella 1:
Secondo Schwartz, tra i dieci dominii valoriali si svilupperebbero relazioni di tipo dinamico. Ad un livello di base, i valori formerebbero un continuum motivazionale rappresentabile attraverso una struttura circolare, in cui i valori adiacenti sono tra loro compatibili e quelli in posizioni opposte risultano tra loro in conflitto. Ad un livello di ordine superiore, l’opposizione tra i valori viene schematizzata collocando gli stessi lungo due dimensioni ortogonali e bipolari (vedi Figura 1): la prima pone in contrasto l’apertura al cambiamento (stimolazione, autodirezione) e la conservazione (tradizione, conformismo, sicurezza), la seconda contrappone l’autopromozione (potere, successo) all’autotrascendenza (universalismo, benevolenza).
A cosa attribuiscono valore gli/le adolescenti di oggi? Cosa rappresenta per loro un valore, ovvero cosa funge per loro da guida all’azione, al comportamento?
Nel seguito proponiamo un’analisi dei singoli dieci dominii valoriali, considerando un campione rappresentativo della popolazione italiana, composto da 800 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 14 e i 19 anni. Si tratta di dati che si collocano all’interno dell’ultima rilevazione Generazione Z, effettuata dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, nella quale, tramite un questionario somministrato via CAWI, è stata proposta a ragazzi e ragazze la Short Schwartz’s Value Survey (SSVS) di Lindeman e Verkasalo (2005), composta da 10 item, ciascuno corrispondente ai 10 dominii soprariportati e una loro definizione (riportata nella Tabella 2). Lo strumento prevede una scala di risposta Likert a 9 passi: da 1 = opposto ai miei principi di vita, a 9 = estremamente importante.
La Tabella 2 mostra le percentuali di risposta sui 10 dominii, raggruppate in modo semplificato su una scala a tre passi: opposto ai miei princìpi di vita/poco importante (passi 1-4), importante (passo 5), molto/estremamente importante (passi 6-9).
Se consideriamo l’ultima colonna della Tabella 2, ovvero quella che riporta la percentuale di ragazzi che ritengono molto o estremamente importante quel dominio valoriale, vedremo che circa il 78% dei ragazzi sembra adottare quali valori guida la sicurezza e l’auto-direzione, il primo collocabile nella dimensione della conservazione, il secondo dell’apertura al cambiamento. Più del 75% dei ragazzi e delle ragazze ritiene molto o estremamente importante il valore della benevolenza, che si colloca nell’alveo dell’auto-trascendenza e poco più del 72% il valore del successo, componente della dimensione dell’auto-promozione.
Questi risultati non concordano con quelli emersi in altri studi dove, invece, è stata trovata una maggior propensione degli adolescenti verso valori in primo luogo legati all’autotrascendenza e in secondo all’autopromozione.
Gli/le adolescenti italiani/e percepiscono parimenti importante un dominio legato alla conservazione e uno legato all’apertura al cambiamento, indicando chiaramente il desiderio e la volontà di innovare, il bisogno di indipendenza, la curiosità, tutti tratti tipici di questa fase, ma anche la volontà di restare ancorati ad un contesto che offre sicurezza in virtù del suo essere la prima fonte di apprendimento (la famiglia), garante dei diritti e dei doveri di tutti (la sicurezza nazionale), promotore e artefice di forme di convivenza sociale all’insegna della reciprocità (l’ordine sociale). Questa coppia di valori dominanti acquista maggior significato e chiaro orientamento dalla considerazione del fatto che ad essi si aggiunge la benevolenza: sentirsi sicuri e divenire indipendenti si giustappone all’essere prosociali, onesti, leali, disposti al perdono e alla responsabilità. A seguire, per questa generazione, si trova il desiderio di successo personale.
Ne deriva un quadro di una generazione portatrice di una configurazione complessa e articolata di valori, ove obiettivi generazionali si incrociano con obiettivi intergenerazionali, quel che si desidera individualmente si incontra con quel che il contesto offre, valori prosociali e di bene comune anticipano il successo personale, che pure non viene mortificato, in un raffinato quanto complicato equilibrio. Ma gli adulti riescono a vedere tutto questo? Sono in grado generativamente di accogliere questo dinamismo e accompagnarlo? I dati emersi mi sembra pongano una bella sfida al mondo adulto, talvolta miope e frettolosamente giudicante il mondo adolescenziale.
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