Iacopo Melio ha rischiato di morire. A rivelarlo è lo stesso consigliere regionale del Pd, nonché attivista per i diritti umani e civili. Lo ha fatto in un lungo post sui social in cui riavvolge il nastro dal mese di agosto. «Potevo addormentarmi per sempre», ha esordito il 30enne, affetto dalla sindrome di Escobar, una malattia genetica rara per la quale non ci sono né cure né la ricerca per la prevenzione. Colpito dal Covid in inverno, riuscendo a superare la malattia, Melio ha fornito un doloroso racconto. «Sono stato ricoverato d’urgenza perché la mia situazione respiratoria era drasticamente peggiorata a causa della Co2 nel sangue arrivata a un livello incompatibile con la vita, al punto da dover essere risvegliato da un sonno che poteva essere irreversibile».
Due giorni dopo, il 29 agosto, si è ritrovato a prendere quella che definisce «la decisione più difficile», peraltro in maniera imprevedibile. «In una sala operatoria la mia vita è cambiata per sempre, qualcuno dice “in meglio” mentre io, guardando la tracheostomia riflessa nello schermo del cellulare, non riesco a vedere niente di positivo nello stare attaccato a un respiratore». Iacopo Melio ha voluto comunque rassicurare riguardo le sue condizioni di salute, pur mostrandosi consapevole delle nuove difficoltà da affrontare.
IL DOLOROSO RACCONTO DI IACOPO MELIO
«Ora inizia un delicato percorso di riabilitazione per tornare a mangiare cose omogenee, forse; per tornare a parlare, forse; per respirare autonomamente qualche ora al giorno, forse». I forse sono troppi e Iacopo Melio lo sa perfettamente. Come sa che servono tempo e pazienza, oltre che attenzione massima verso se stesso. «Vi chiedo quindi di rispettare la mia privacy e il mio dolore non cercando bollettini medici o risposte a messaggi che non potrei gestire». Ma il consigliere del Pd ha parlato anche del suo lavoro, promettendo di tornare attivo appena possibile. «Al momento sono ancora qui e voglio pur provare a dare un senso a tutto questo».
Ma Iacopo Melio è pronto a fare un passo indietro, se dovesse essere necessario. «Qualora vedessi che il mio contributo risultasse inutile o fosse del tutto assente, anche da dietro le quinte, prenderò le decisioni più adeguate nel rispetto di tutte le cittadine e i cittadini toscani, delle colleghe e dei colleghi e delle Istituzioni». Ma si tratta di una prospettiva che spera di allontanare. «Troppe sfide dobbiamo ancora affrontare insieme, se ci saranno le condizioni per ricostruire una nuova normalità». Infine, una riflessione profonda: «Se invece un domani giudicassi insopportabile anche solo una rinuncia, sarà il momento di un’ultima scelta, certo di avere intorno due genitori che mi amano, una sorella eccezionale, qualche buon amico e gli aiuti giusti per salvare i miei ideali fino alla fine. La vita è proprio un soffio, respiratela consapevolmente».