Ian McKellen: “Gandalf prende vita quando la macchina da presa comincia a girare”
Non solo, Ian McKellen dai suoi profili social ha condiviso anche alcuni spezzoni dai diari dedicati ai film de “Il signore degli anelli”: “Vale la pena ripetere che, come con il Riccardo III, James Whale o Magneto , devo scoprire Gandalf da qualche parte dentro di me e quel processo dipende dall’assorbire la sceneggiatura e la storia, ascoltare le reazioni del regista e rispondere alle performance del resto del cast”. Un rapporto complesso quello che l’attore ha creato con Gandalf, personaggio emblematico della trilogia di film: “il mio Gandalf non esiste, nemmeno nella mia mente. Prende vita solo nel momento in cui la macchina da presa comincia a girare. Anche quando sono nel bel mezzo di tutto questo, truccato e in costume di scena mentre pronuncio le parole di Tolkien, non sono sicuro che sarò in grado di descrivervi Gandalf. Gli attori non descrivono, vivono il personaggio”. Nella carriera dell’attore però non ci sono solo i ruoli di Gandalf o del Magneto in X Men, ma anche il grande teatro. Ian, infatti, dopo aver conseguito una laurea in Letteratura Inglese presso l’Università di Cambridge, ha cominciato la sua carriera come attore di teatro: “A teatro si riflette, si discute, ci si sbaglia, poi arriva il pubblico e bisogna raccontargli qualcosa. Quando mi è capitato di recitare Macbeth insieme a Judi Dench in un piccolo teatro, ho scoperto che il pubblico poteva anche essere ristretto e vicinissimo”.
Ian McKellen gay: “dopo il coming out…”
Il grande successo di Gandalf e de Il Signore degli Anelli ha sicuramente segnato la carriera di Ian McKellen che alla stampa ha raccontato: “Dopo Gandalf, che ha 7000 anni, mi proponevano solo personaggi anziani e con la barba. Per esempio mi hanno chiesto di fare Dio, che è ancora più vecchio di Gandalf. Io invece volevo qualcosa di nuovo, voglio sempre qualcosa di nuovo, di difficile da interpretare”. Un altro momento importante della sua carriera è stato quando ha deciso di fare coming out: “è la cosa migliore, perché così si diventa più fiduciosi in se stessi. Quando l’ho la mia recitazione ne ha tratto beneficio, perché a quel punto non mentivo più, raccontavo la verità della natura umana”. L’attore non nasconde che non è facile ammettere una cosa del genere visto che tantissime persone hanno ancora paura di perdere il lavoro o deludere le proprie famiglie, ma il suo coming out ha cambiato poco alla sua vita: “La ma carriera di attore, per esempio, ha avuto un’impennata quando mi sono dichiarato omosessuale”.