Gli ictus colpiscono ogni anno 140.000 persone solo in Francia. Nell’85% dei casi, l’attacco deriva dalla formazione di un coagulo in un vaso cerebrale, che blocca momentaneamente l’afflusso di sangue e l’ossigenazione. In questo caso parliamo di ictus “ischemico”. Il restante 15% riguarda gli ictus “emorragici”, causati dalla rottura di un’arteria cerebrale. Più di un terzo di questi attacchi porta a conseguenze significative, come deficit motori, perdita di sensibilità o disturbi del linguaggio, come sottolinea Le Figaro. Riappropriarsi della mobilità, però, non è impossibile.
L’ictus è oggi la principale causa di disabilità acquisita negli adulti. Gli attacchi possono infatti avere conseguenze importanti sulle aree corticali motorie verso il midollo spinale: questo vuol dire che possono portare a deficit motori permanenti del braccio e della mano. I ricercatori dell’Università di Pittsburgh e della Carnegie Mellon University hanno però evidenziato che sotto la lesione, i circuiti spinali che controllano il movimento rimangono intatti. Andando dunque ad agire su questi circuiti, si può ripristinare il movimento.
Ictus, i nervi sensoriali sviluppati da un dispositivo
Secondo gli esperti, a livello globale una persona su quattro di età superiore ai 25 anni subisce un ictus nel corso della sua vita. Tre quarti di queste riporteranno deficit duraturi nel controllo motorio del braccio e della mano. Sviluppare soluzioni efficaci per ripristinare il movimento degli arti superiori nelle vittime di ictus è dunque fondamentale. Gli approcci di stimolazione del midollo spinale trattano il dolore cronico e ripristinano il movimento delle gambe dopo una lesione del midollo spinale: sviluppare un dispositivo in grado di mettere in pratica tutto questo è stata la sfida dei ricercatori.
Grazie a varie modellazioni al computer e test su macachi con paralisi parziale del braccio, i ricercatori sono riusciti a sviluppare una nuova tecnica molto promettente. “I nervi sensoriali del braccio e della mano inviano segnali ai motoneuroni nel midollo spinale che controllano i muscoli dell’arto. Stimolando questi nervi sensoriali, possiamo amplificare l’attività dei muscoli che sono stati indeboliti da un ictus“, ha spiegato il dott. Douglas Weber, professore di ingegneria meccanica presso l’Institute for Neuroscience della Carnegie Mellon University e coautore dello studio che descrive questo nuovo approccio riportato da Le Figaro.