Storce il naso l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, circa il “ripristino” dei sistemi informativi della Regione Lazio, colpiti da un duro attacco hacker negli scorsi giorni, che aveva bloccato anche la piattaforma per la prenotazione dei vaccini anti covid. Attraverso la propria pagina Facebook l’ex primo cittadino romano teme che in realtà il ritorno alla normalità sia dovuto al pagamento del riscatto hacker, che a quanto si mormora sarebbe di 5 milioni di dollari in bitcoin (ma qualcuno ha parlato addirittura di 100 milioni).
“Spero proprio di sbagliarmi – le parole di Ignazio Marino sulle sue pagine social – ma questo ‘back-up’ che si materializza dopo sei giorni dall’incursione degli hackers e ‘il salvataggio grazie a un software Usa’ somiglia molto al pagamento di quasi 5 milioni di dollari in bitcoins per recuperare il controllo dei dati informatici e riavviare l’oleodotto Colonial negli Usa lo scorso Maggio…..”. L’ipotesi al momento, comunque, non è stata assolutamente confermata. Corrado Giustozzi, informatico del comitato direttivo Clusit, intervistato da Sky tg24, ha invece commentato: “Gli hacker hanno commesso un errore. Il succo dell’attacco è di rendere indisponibili i dati cifrandoli in modo che l’utente non li possa utilizzare. Il ricatto è questo: serve una chiave che ti diamo in cambio del riscatto. Le cancellazioni sono state soltanto logiche – ha quindi aggiunto, spiegando che – sono rimasti i dati nel substrato delle memorie e con operazioni tecniche piuttosto sofisticate e’ stato possibile recuperarli”.
ATTACCO HACKER LAZIO, DA MARINO A GABRIELLI: “SONO CRIMINALI, TERRORISTI E STATI…”
Infine Franco Gabrielli, sottosegretario con delega ai servizi di sicurezza, in un’intervista al Tg1, ha descritto i criminali della rete come: “Un po’ di tutto. Ci sono criminali, ci sono terroristi, ci sono Stati sovrani che ovviamente hanno interesse ad acquisire dati, conoscenze e proprietà intellettuali. Quindi c’è di tutto e di più. Ancora non abbiamo sufficiente consapevolezza dei rischi e dei comportamenti conseguenti”.
“Molto spesso – ha proseguito l’esponente dell’esecutivo – il comportamento del singolo può essere addirittura più negativo della capacita’ della struttura di essere resiliente”. L’emergenza nel Lazio non è ancora finita visto che gli hacker potrebbero aver fatto una copia dei dati rubati per poi rivenderli sul dark web: attendiamo i prossimi aggiornamenti.