Una delle foto di copertina di un disco rock più iconiche di tutti i tempi, quella di Nevermind, l’album che portò nel 1991 i Nirvana al successo mondiale grazie all’inno anti generazionale Smells like teen spirit e tanti altri brani rischia di sparire dalla circolazione. La foto riprende un neonato di pochi mesi che nuota nudo sott’acqua in una piscina apparentemente attratto da una banconota da un dollaro appesa a un amo. Chi pensa che il significato dell’immagine fosse una sfida anti capitalista alla commercializzazione, si sbaglia. L’idea originaria infatti di Kurt Cobain e del batterista Dave Grohl era semplicemente quella dei parti in acqua, che in quel periodo seguivano con attenzione in alcuni documentari.
Ma la casa discografica obbiettò all’idea, pensando fosse una immagine troppo brutale ed eccessiva. Si decise così per l’immagine di un bambino che nuotava in acqua. Visto che immagini di agenzia costavano troppo, si rivolsero al fotografo specializzato in fotografia subacquea Kirk Weddle che lavorava insieme a un tale Rick Elden, che da pochi mesi aveva avuto un figlio. Ecco trovato il modello. Scattata al Rose Bowl Aquatics Center di Pasadena in California, il piccolo Spencer Elden, il neonato, venne immortalato in undici scatti da cui ne fu scelto uno. Il servizio fotografico venne pagato ai genitori del bimbo solo duecento dollari. In seguito tutti e tre i componenti dei Nirvana si fecero fotografare anche loro sott’acqua nella piscina. Naturalmente nell’America moralista la foto di un bambino completamente nudo poteva essere accusata di immagine pedofila (il buon Facebook grazie ai suoi algoritmi indagatori naturalmente la censura ogni volta che viene postata) e la casa discografica pensò di coprire il pene del bambino, cosa a cui Cobain si ribellò. L’infuriato leader dei Nirvana propose di coprire la foto con la scritta “se ti senti offeso da questo devi essere segretamente un pedofilo”.
Non se ne fece niente, e il disco uscì con la foto integrale del bimbo. Nel corso degli anni Spencer è tornato nella piscina, all’età di 10, 17 e 20 anni e soprattutto nel 2016 per i 25 anni dall’uscita dell’album facendosi fotografare più o meno nella stessa posizione. Fu lui stesso a proporre di riprenderlo nudo come quando aveva quattro mesi ma ovviamente l’idea venne bocciata. E’ per questo che oggi suona bizzarra la denuncia presentata da Spencer per la foto di allora. Spencer Elden afferma che, avendo avuto solo quattro mesi, non avrebbe potuto dare il suo assenso all’uso dell’immagine, né l’avrebbero fatto i suoi tutori legali dell’epoca. Eden – proprio lui che voleva farsi fotografare nudo – accusa che quell’immagine è pornografia infantile e chiede 150mila dollari di danni caricando la dose di accuse: Elden parla di «danni permanenti» dovuti alla copertina dicendo che è stato costretto a «atti sessuali a fini commerciali» quando aveva meno di 18 anni.
«Il danno permanente di cui ha sofferto include, ma non si limita ad esso, stress emotivo estremo e permanente con manifestazioni fisiche, interferenze col normale sviluppo educativo, perdita di guadagni, spese per far fronte a problemi medici e psicologici, perdita della gioia di vivere e altre perdite che saranno descritte e provate al processo». Mah. In un momento storico dove ex ragazzine di 12 anni oggi 68enni accusano artisti oggi 80enni come Bob Dylan di aver abusato di loro quasi sessant’anni prima, sembra che tutti vogliano trarre guadagno dallo scabroso argomento degli abusi sessuali a danno dei ricchi. La richiesta di Spencer Elden sembra infatti campata in aria e con un ritardo di troppi anni.