FIAT/ I rumors su Iveco e Alfa animano l’attesa per lo spin-off

- Paolo Annoni

In attesa del 3 gennaio, giorno di debutto in Borsa di Fiat Industrial, si susseguono i rumors sui marchi del Lingotto. Il punto di PAOLO ANNONI

Fiat_LogoR375 Foto Ansa

Sinceramente credevamo di poter aspettare fino al “D-Day” borsisitico di Fiat per fare il punto su quella che si candida a essere la storia azionaria del 2011, dopo essersi già ampiamente guadagnata il riconoscimento del 2010. Dal 3 gennaio Fiat si separerà in due, con la nascita di Fiat industrial che si affiancherà alla “vecchia” Fiat auto; vecchia solo per modo di dire visto che in Fiat auto ci sarà la partecipazione in Chrysler con tutto quello che ne consegue.

A meno di una settimana dalla nascita delle due Fiat quotate e dopo che i car-maker mondiali hanno sbandato visibilmente negli ultimi giorni per le preoccupazioni sulla crescita cinese, la nuova Fiat ha già dato al mercato i primi assaggi dei brividi che regalerà al mercato l’anno prossimo. Ieri mattina, la Boersen-Zeitung riportava alcuni rumours piuttosto interessanti: Daimler avrebbe intenzione di rendere autonoma la propria divisione di produzione di camion, il principale operatore mondiale nel settore. Giusto una settimana fa Repubblica ribadiva l’interesse di Daimler per Fiat industrial, sostenendo che la stessa Daimler avrebbe già offerto 14 miliardi e mezzo per la società, ma che Exor avrebbe rifiutato chiedendo la bellezza di 18 miliardi di euro.

Per Fiat non avrebbe senso cedere il gioiello Cnh, ma avrebbe invece molto senso trovare un partner industriale per Iveco che non è presente né negli Stati Uniti, né in India. Inutile dire che le notizie arrivate ieri dalla Germania non farebbero che confermare la volontà del gruppo tedesco di verificare fino in fondo la possibilità di una partnership con Fiat industrial, anche fosse nel solo settore dei camion.

In questo momento, data la prossimità dello spin-off, l’attenzione degli investitori è però inevitabilmente concentrata sul primo mistero dei misteri di cui Fiat sarà protagonista nel 2011. La domanda da un milione di dollari è sul prezzo di apertura di Fiat e Fiat industrial. Borsa italiana non darà con ogni probabilità un prezzo di riferimento per i due titoli di nuova quotazione; il mercato il primo giorno deciderà come il valore attuale dell’azione (15,2) verrà diviso tra le due società: ne vedremo delle belle, anche perché i pareri di analisti, investitori e gestori di ogni genere e grado sono abbastanza variegati.

Non avendo nessun prezzo di riferimento e nessuna serie storica opinioni molto diverse tra loro possono essere legittime fino a un secondo prima dell’inizio delle contrattazioni, e probabilmente anche per le ore e i giorni immediatamente successivi. I volumi scambiati saranno enormi e scommettiamo che dal primissimo giorno comincerà una lunghissima e amplissima serie di speculazioni sui destini delle due società. Di Iveco abbiamo già detto, poi sarà il turno di Ferrari e di Alfa Romeo.

 

Prima ancora dell’avvenuto spin-off, Marchionne ha raggiunto il primo obiettivo senza il quale sarebbe stato molto difficile anche solo immaginare quelli successivi. La Fiat è un’insieme di realtà molto diverse, alcune profittevoli e competitive, altre profittevoli ma con diversi punti deboli, altre in perdita e poco competitive. Occorre una profonda riorganizzazione, che sembra impossibile da realizzare con un unico gruppo così grande, diversificato e “italiano”.

 

Quando Fiat auto sarà quotata autonomamente i problemi italiani dell’auto saranno molto più evidenti di quanto lo sono ora; come potrà Marchionne giustificare un investimento ingente al buio e pieno di incognite su Alfa Romeo agli azionisti e in America, quando la Fiat ha preso Chrysler chiedendo e ottenendo lacrime e sangue ai suoi lavoratori e in un certo senso a tutti i contribuenti americani? Il potere di indirizzo in mano ai lavoratori e al governo italiano sarà molto inferiore all’attuale.

 

Sui destini di Alfa, i suoi modelli, gli stabilimenti dove verranno prodotti c’è un’incertezza totale e Marchionne finora ha abilissimamente preso tempo. O vince la difficilissima battaglia per aumentare l’efficienza degli impianti italiani o vende Alfa a un prezzo molto elevato a Volkswagen. Da un punto di vista finanziario, per inciso, la seconda opzione è di gran lunga preferibile. Qualunque sarà la conclusione, e qualunque siano le preferenze, il solo fatto che ci sia questo dibattito e che alcuni rumours (tra cui quello su Alfa) siano non solo possibili ma anche probabili è il primo vero successo dello spin-off del 3 gennaio. Appuntamento all’anno nuovo per i commenti sulla prima giornata della neo-nata Fiat.   







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