In una recente intervista nel corso della trasmissione radiofonica di Radio Uno ‘Giù la maschera’ il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha lanciato un’allarme sull’attuale prezzo del gas che è in forte aumento e che rischia di causare un vero e proprio problema nel corso dell’estate: da inizio mese – infatti – è stato chiuso l’ultimo gasdotto russo che attraversava l’Ucraina e riforniva l’Europa, portando ad un immaginabile aumento del prezzo del gas legato al costo maggiore della materia prima (dato che ora si deve ricorrere al più esoso GNL o a nuovi accordi commerciali) e – forse soprattutto – alle speculazioni di alcuni attori del sistema.
Se i prezzi dovessero mantenersi a questo livello – avverte Pichetto Fratin – “dovremo trovare un intervento sul prezzo complessivo” a beneficio sia delle imprese, che degli utenti finali, senza dimenticare che nel frattempo gli stoccaggi italiani si stano progressivamente riducendo e dovranno essere ricostruiti nei prossimi mesi: “Questo – spiega il ministro – significa che avremo un problema serio per l’estate” dato che saremo costretti ad acquistare ingenti quantità in un periodo in cui il costo è tornato a lievitare e sta incidendo sempre di più anche sull’inflazione tornata – a sua volta – a crescere.
Pichetto Fratin: “Con Giorgetti stiamo già ragionando su possibili misure temporanee per ridurre il prezzo del gas”
Complessivamente sul problema del prezzo del gas, il ministro sottolinea di essere attualmente in “strettissimo rapporto con il ministro dell’Economia Giorgetti” per trovare “misure che abbiano carattere di temporaneità” sul modello del decreto – che in quel caso affrontò il problema dell’energia elettrica – chiamato energy release e dedicato alle imprese più energivore: su queste ipotetiche misure – però – il ministro ha evitato di rilasciare indiscrezioni o ipotesi, passando a parlare di un altro suo grande cavallo di battaglia dell’ultimo periodo.
“Abbiamo la domanda di energia – ha spiegato Pichetto Fratin – che secondo le previsioni” dovrebbe raddoppiarsi nel corso dei prossimi anni toccando un picco di “680 miliardi (..) di chilowattora nel 2050” ed è proprio per questa ragione che dal suo punto di vista ora bisogna spingere sul nucleare che “può dare e integrare le nostre produzioni energetiche” cooperando con le altre fonti rinnovabili già in uso e garantendo all’Italia si raggiungere le “emissioni zero” entro la data limite del 2050.