“Un film sulla violenza e l’ottusità della discriminazione. L’amore sottomesso al conformismo e alla malafede. Uno spaccato della provincia italiana nei cruciali anni Sessanta, quando il benessere economico non andò di pari passo con l’intelligenza delle cose, con l’apertura dei sentimenti. La famiglia come luogo chiuso, dove i contrasti tra le generazioni restano accesi e conflittuali”. Con queste parole Gianni Amelio ha presentato Il signore delle formiche, film presentato in concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia e ora disponibile in DVD e Blu-ray con Eagle Pictures.
SINOSSI – Alla fine degli anni Sessanta si celebrò a Roma un processo che fece scalpore. Il drammaturgo e poeta Aldo Braibanti fu condannano a nove anni di reclusione con l’accusa di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne. Il ragazzo, per volere della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie di devastanti elettroshock, perché ‘guarisse’ da quell’influsso ‘diabolico’. Alcuni anni dopo, il reato di plagio venne cancellato dal codice penale: un reato che in realtà fino ad allora era servito per mettere sotto accusa i ‘diversi’ di ogni genere, i fuorilegge della norma.
Prendendo spunto da fatti realmente accaduti, il film racconta una storia a più voci, in cui, accanto all’imputato, prendono corpo i familiari e gli amici, gli accusatori e i sostenitori, e un’opinione pubblica per lo più distratta o indifferente. Solo un giornalista s’impegna a ricostruire la verità, affrontando sospetti e censure.
Il signore delle formiche riflette sui pregiudizi di ieri e indirettamente su quelli di oggi, che esistono e resistono generando odio e disprezzo. Amelio accende i riflettori su un’Italia omofoba e bigotta, smascherandone l’ipocrisia senza filtri, con rimandi evidenti alle dichiarazioni della politica contemporanea. C’è qualche inesattezza storica piuttosto evidente e la sceneggiatura ha più di una debolezza, mentre è impossibile non apprezzare le prove dei protagonisti, a partire dal solito Luigi Lo Cascio, uno dei pochi fuoriclasse del cinema italiano.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.