Il traditore, film su Rai 3 con Pierfrancesco Favino
Venerdì 14 febbraio 2025, andrà in onda, in prima serata su Rai 3, alle ore 21:25, Il traditore, film drammatico e biografico del 2019 diretto da Marco Bellocchio, regista che nella sua carriera ha ricevuto premi per la miglior regia e la miglior sceneggiatura non originale, grazie a opere iconiche come Buongiorno notte, Rapito, Esterno notte, Vincere, Salto nel vuoto e L’ora di religione. Gli sono stati conferiti tre premi alla carriera: nel 2011 al Festival di Venezia, nel 2014 ai David di Donatello e nel 2021 al Festival di Cannes.
La colonna sonora è stata composta da Nicola Piovani, che nel 1999 vinse l’Oscar per le musiche de La vita è bella.
Il traditore presenta un cast eccezionale guidato da Pierfrancesco Favino che ha approdato al grande pubblico con la fiction dedicata a Gino Bartali. Collaborando con registi del calibro di Giuseppe Tornatore e Ferzan Özpetek, Favino ha partecipato a produzioni hollywoodiane di rilievo. Tra i suoi lavori più recenti spiccano Il Maestro e Il conte di Montecristo. Completano il cast de Il traditore artisti come Luigi Lo Cascio, André Lamoglia e Fabrizio Ferracane.
La trama del film Il traditore: il pentimento di Buscetta che diede il via al maxi-processo con Falcone
La storia de Il traditore si svolge in Sicilia negli anni Ottanta, un’epoca segnata da una feroce guerra tra famiglie mafiose. I Corleonesi, sotto la guida di Totò Riina, intraprendono una sanguinosa offensiva per eliminare le vecchie famiglie e consolidare il loro potere. Sullo sfondo di un crescente numero di vittime, Tommaso Buscetta, figura di spicco della Cosa Nostra legata alla tradizione mafiosa, decide di fuggire in Brasile.
Tuttavia, la sua fuga termina quando viene catturato dalla polizia federale e rimpatriato in Italia. Al suo ritorno, ad attenderlo c’è il giudice Giovanni Falcone, che vede in Buscetta un testimone chiave per smantellare il sistema mafioso dall’interno. Buscetta decide di collaborare ma non considera Riina il vero traditore, bensì Pippo Calò, che durante la sua assenza si è schierato con i nemici e non ha protetto i suoi figli.
Grazie a Buscetta, lo Stato infligge un duro colpo alla mafia. Nel 1986 ha inizio il primo maxi-processo a Palermo nell’aula bunker e Buscetta si distingue come il testimone principale. Gli imputati negano ogni legame con lui; persino Pippo Calò, smentisce di conoscerlo. Alcuni osano richiedere un confronto diretto con l’ex boss per sfidarne le dichiarazioni. Il maxi-processo porta alla condanna di numerosi mafiosi, che giurano vendetta contro Buscetta. Di conseguenza, l’ex boss è costretto a cambiare identità e trasferirsi con la famiglia negli Stati Uniti sotto protezione. Intanto, in Italia la situazione si aggrava: come ritorsione contro le sue rivelazioni, numerosi parenti di Buscetta vengono assassinati, pur non avendo alcun coinvolgimento diretto con le sue attività criminali.