Tra i casi più complessi, articolati e misteriosi della cronaca italiana sicuramente quello del Volpe 132 – peraltro questa sera protagonista della trasmissione ‘Linea di confine‘, in seconda serata su Rai 2 – occupa un posto di primissimo piano dato che sembra intrecciarsi anche all’altro mistero sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, senza dimenticare – un po’ filo conduttore tra i due – quel massacro dell’equipaggio della nave Lucina nel porto algerino: tre casi apparente scollegati tra loro, ma che sembrano nascondere una sola, semplice e precisa verità che potrebbe – quanto meno – risolvere il caso del Volpe 132.
Partendo proprio da qui – poi arriveremo anche a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin – è bene ricordare brevemente che l’elicottero della Guardia di finanza precipitò in mare il 2 marzo del 1994 per ragioni mai accertate: tre testimoni riferirono di averlo visto sorvolare la posizione del misterioso mercantile Lucina che da giorni si muoveva silenzioso al largo della Sardegna e dopo l’equipaggio della nave fu massacrato in un porto algerino – con tanto di furto di parte del materiale trasportato, non segnato nelle carte nautiche – un flebile collegamento iniziò a farsi strada nella mente di molti curiosi.
Il caso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin: quei traffici illeciti scoperti erano gli stessi notati dal Volpe 132 sulla nave Lucina?
Facendo un ulteriore passo avanti possiamo spostarci fino al 20 di marzo dello stesso anno in cui precipitò il Volpe 132 per soffermarci sulla morte (altrettanto misteriosa) della giornalista Ilaria Alpi e del suo cameraman Miran Hrovatin: da circa un paio di anni i due erano impegnati in una lunghissima missione in Somalia nel corso della quale si erano concentrati sul presunto traffico illecito di armi e rifiuti tossici che – secondo alcune testimonianza raccolte dai due giornalisti – avrebbero coinvolto anche i servizi segreti italiani e alcune delle più alte istituzioni.
L’ipotesi che mosse Ilaria Alpi era che i paesi industrializzati consegnavano i loro rifiuti tossici a diversi paesi africani in cambio di tangenti e di rifornimenti illeciti di armi: in breve la giornalista e l’operatore divennero (naturalmente) scomodi e il 20 marzo del 1994 morirono in un vero e proprio agguato le cui circostanze e responsabilità non furono – nonostante le inchieste e le commissioni parlamentari – mai veramente chiarite.
Cosa c’entra in tutto questo il Volpe 132 e la nave Lucina? Secondo una teoria particolarmente in voga (ma che non trova alcun riscontro nelle inchieste ufficiali) la nave Lucina era utilizzata proprio per condurre quello scambio di rifiuti tossici ed armi scoperto da Ilaria Alpi: l’elicottero notò l’imbarcazione proprio durante uno di quegli scambi e fu abbattuto con un proiettile che ne causò l’esplosione; e mentre l’equipaggio fu massacrato per eliminare gli ultimi testimoni, la giornalista – presumibilmente – era a pochi passi dal risolvere un puzzle piuttosto scomodo per le autorità italiane.