E’ proprio vero: le nostre scuole, come abbiamo ripetuto già altre volte, stanno sempre più assumendo il volto, nello sconquasso educativo dell’ istruzione e della società italiana, di luoghi attorno a cui si coagula un popolo; luoghi di trasmissione della tradizione, luoghi di educazione reale per giovani e adulti. Come i monasteri, o le cattedrali, ai tempi delle invasioni barbariche…
Le feste di fine anno scolastico, di commemorazione o di inaugurazione cui abbiamo l’occasione di partecipare in questo periodo, feste di popolo caratterizzate da una vera e propria esplosione di creatività e di bellezza, sono solo alcune delle tante mirabili testimonianze di questa positività. Come quella che qui presentiamo.
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19 maggio 2009, ore 21, Hotel Globus a Forlì: un nuovo inizio per la cooperativa Tonino Setola; dopo altri inizi, sempre inaspettati e carichi di rischio, ma anche di entusiasmo.
Un evento aperto con voce un po’ commossa dal presidente Roberto Melandri, una specie di nuovo varo per quella “Nave” che prese il mare vent’anni fa e ormai naviga al largo della costa:
1989: scuola materna “la Nave;
1993: asilo nido;
2003: scuola primaria;
2007: scuola secondaria di primo grado o, per i meno avvezzi al linguaggio tecnico, scuola media;
2009: avvio della costruzione del “Polo Didattico don Lino Andrini”.
Passi decisivi, fatti ogni volta un po’ “al buio”, senza la sicurezza di coperture economiche totali ma illuminati dalla certezza di un cammino positivo già fatto e dalla genialità educativa di alcuni grandi uomini: Don Giussani, dal quale è scaturito un popolo “affamato” di educazione e desideroso di spendersi perché a tutti sia offerta la possibilità di incontrare un’ipotesi buona per la vita; don Lino, che seguendo a Forlì il carisma di don Giussani è stato testimone e padre per tanti, e scriveva proprio: “Se il primo dono che il Signore ci fa è la vita, il secondo è l’educazione…”; Tonino Setola, insegnante scomparso alcuni decenni fa, il cui impeto di libertà per tutti (nei tempi della “cortina di ferro”) e la passione per l’arte e l’educazione (e le due cose non sono disgiunte..) restano come “timbro” e orizzonte dell’opera.
In questi brevi e schematici appunti si condensa il contenuto dell’incontro di presentazione del progetto di costruzione del polo didattico, svoltosi alla presenza di oltre 200 persone (per la maggior parte genitori). Inviti personali, giunti attraverso un lettera distribuita a scuola ai bambini e con gli ormai immancabili sms, che hanno sortito però un effetto straordinario: sala convegni piena, grande entusiasmo per la storia della scuola, illustrata con l’aiuto di alcune slide e filmati (commoventi ed anche divertenti), e vivo apprezzamento per il progetto dello splendido immobile disegnato dall’arch. Gabriele Agnoletti. Un edificio (costruito su un lotto reperito nel territorio parrocchiale) che dovrà essere ultimato entro settembre 2010 ed accoglierà la scuola dell’infanzia, la primaria e la secondaria, distribuito su un’area di 8.400 mq. e ricco di soluzioni innovative, senza trascurare la bellezza estetica e l’accoglienza: sale polivalenti, bioedilizia, pannelli fotovoltaici, aree verdi dedicate ai vari gradi di scuola e realizzate anche sul tetto, soluzioni antisismiche innovative e grande attenzione al risparmio energetico, possibilità di ampliamento futuro. Una meraviglia, insomma….
Tutto questo però ha un costo, sostenuto in parte dalla generosissima eredità che don Lino, in quanto parroco, aveva ricevuto e deciso di destinare alla costruzione della scuola, tuttavia superiore alla attuali disponibilità finanziarie. Per questo, dopo la storia della scuola e la presentazione del progetto, si è passati alla illustrazione dei dati economici (crescita numerica di personale, bambini, fatturato, composizione della retta reale), spiegando la difficile condizione che caratterizza la gestione dei servizi educativi e l’insufficienza del contributi statali per colmare il divario tra il costo medio unitario del servizio e la retta richiesta ai genitori.
Ciò che tuttavia è apparso come il più grande desiderio, espresso sin dall’inizio della serata e che nasce anche dalla consapevolezza del valore che tale esperienza ha per tutta la città, non è semplicemente il (pur auspicabile) pareggio di bilancio, ma la possibilità di offrire il servizio al più ampio numero di famiglie interessate. “La Nave” è una scuola non statale, ma è pubblica, e per questo vuole essere una possibilità realmente offerta a tutti. Nessuno escluso.
Di qui la presentazione delle strategie di fund raising e la richiesta, rivolta ai presenti, di coinvolgersi in un lavoro di raccolta fondi presso parenti, amici e conoscenti, per raggiungere i due obiettivi principali: almeno 100 borse di studio per famiglie bisognose e l’arredamento/allestimento della nuova struttura immobiliare.
Come andrà? L’edificazione rispetterà i tempi? Il Fund raising porterà i frutti sperati? Non lo sappiamo, però il cammino -o, meglio, la navigazione- che ha portato fino a qui la cooperativa Tonino Setola con le sue scuole, ci testimonia che questa compagnia non è una barca che anela al mare eppur lo teme e che è comunque conveniente “alzare le vele e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca …” (E. L. Master, “Antologia di Spoon River”)